Se sei un atleta professionista e ti chiamano Mister Irrelevant (Signor Nessuno, traduzione libera), non sembra di buon auspicio per la tua carriera. Ma lo sport è capace di regalare storie sorprendenti, esempi di riscatto in cui il protagonista non è il grande favorito, ma un brutto anatroccolo promosso cigno sul campo. Nella National Football League, il ricchissimo campionato del football americano professionistico, l’ultima di queste storie porta il nome e il volto da cresimando di Brock Purdy, riserva della riserva del quarterback dei San Francisco 49ers. Soprannominato Mister Irrelevant perché questo è il titolo che la spietata goliardia dello sport Usa conferisce al giocatore scelto per ultimo nel draft, ossia la selezione con cui ogni anno ciascuna squadra arruola i migliori giovani del campionato universitario. 

Scelta numero 262

Prima di arrivare a Purdy, nel draft del 2022, le 32 franchigie della Nfl hanno completato sette giri di chiamate (alcune anche di più, le regole lo consentono) e scelto ben 261 giocatori. Quando ormai stavano idealmente scorrendo i titoli di coda dello show, il manager dei Niners ha usato l’ultimo gettone per mettere sotto contratto questo ragazzo di un metro e 85 nato il 27 dicembre 1999 a Queen Creek, Arizona, sobborgo da 60mila anime della capitale Phoenix, e che si era messo in luce giocando nella squadra della Iowa State University. 

Sempre per quello spirito goliardico che oscilla tra bonomia e perfidia, ma che nasce comunque dall’innata simpatia suscitata dagli ultimi, ogni anno il carrozzone mediatico-sportivo a stelle e strisce regala al Mr. Irrelevant di turno una settimana di onori e gloria a Newport Beach, California. Un soggiorno di lusso in piena estate, con feste e attività sportive a lui dedicate, e anche la strana tradizione dei “roast”: un’occasione in cui il Signor Nessuno è fatto oggetto di prese in giro pesantissime, spesso da parte dei suoi stessi amici più cari. 

Tanta attenzione diventa però di solito l’unico risarcimento per l’oblio in cui cadrà poi Mister Irrelevant: dal 1976 a oggi, cioè da quando è stata inventata questa bizzarra celebrazione della maglia nera del draft, pochissimi sono riusciti a lasciare un segno con la loro carriera nella Nfl partendo dall’ultima posizione nelle scelte. E ancor meno sembrava potersi salvare dall’anonimato un giovanotto come Brock Purdy, che gioca da quarterback (nel football è il ruolo più importante, il regista che lancia la palla e dà il via all’azione) ma era stato preso per essere il terzo dopo due monumenti come Jimmy Garoppolo e Trey Lance: il primo già capace di portare San Francisco a giocarsi un Superbowl, l’altro destinato a prenderne un giorno il posto, essendo considerato uno dei giovani più promettenti dell’intera lega. 

Senonché, chiamatelo destino, fortuna, o forse il volere del Cielo (lo stesso Purdy, molto religioso, potrebbe vederla così): sta di fatto che, nella non lunghissima stagione Nfl, prima si è infortunato Lance, rimandando il passaggio di consegne con Garoppolo; poi si è fatto male lo stesso Garoppolo, e anche per lui è escluso un rientro nell’annata in corso, che terminerà ai primi di febbraio. 

La svolta a sorpresa

Perdendo i due quarterback titolari, sembrava che i 49ers fossero ormai destinati a un’altra stagione con poca gloria, proprio quando la squadra aveva iniziato a mettere insieme dei buoni risultati. Nessuno avrebbe scommesso un dollaro sulla possibilità di Brock Purdy di tenere la buona media garantita fin lì dai suoi colleghi. Nelle prime dodici settimane del campionato 2022-2023 era entrato in campo, al posto di Garoppolo, solo nei minuti finali della gara, ormai persa, contro i Kansas City Chiefs. La grande chance gli si è presentata il 4 dicembre 2022, quando il quarterback italo-americano ha subìto un infortunio al piede che ha messo fine alla sua stagione, nelle battute iniziali del difficile match contro i Miami Dolphins. Ma Purdy è entrato in campo senza paura, e ha guidato il suo team a una vittoria piuttosto netta, 33-17. 

Una settimana dopo è stato schierato per la prima volta nella formazione iniziale, e nientemeno che contro i Tampa Bay Buccaneers di Tom Brady, probabilmente il più forte di sempre in questo sport. Non era mai successo che un quarterback all’esordio da titolare battesse Brady, eppure Brock ci è riuscito, 35-7. E si è ripetuto nei quattro match successivi che hanno posto fine alla stagione regolare, con prestazioni di qualità eccelsa. Persino la sua società gli ha fatto i complimenti su Twitter, definendolo “Mr. Relevant”. Non solo: il 14 gennaio 2023 ha condotto i suoi alla vittoria anche nella prima gara dei playoff contro i Seattle Seahawks. Erano undici anni che un quarterback nella stagione di esordio nella Nfl non vinceva una partita dei playoff. Il bilancio iniziale della carriera da titolare non ha quasi precedenti: zero sconfitte, sei vittorie (sette se si considera la partita con Miami, giocata quasi per intero).

Un fotogramma di un'intervista di Brock Purdy con la Cbs dopo una gara
Un fotogramma di un'intervista di Brock Purdy con la Cbs dopo una gara
Un fotogramma di un'intervista di Brock Purdy con la Cbs dopo una gara

Ora Brock Purdy non è più un illustre sconosciuto: le trasmissioni sportive si occupano di lui, sta diventando un nuovo protagonista di quelle storie che piacciono tanto agli americani (ma non solo a loro), in cui l’outsider sovverte i pronostici e lo scetticismo che lo circonda. Qualcuno inizia a chiamarlo BP13, usando il suo numero di maglia, come Brady è TB12 e Cristiano Ronaldo, nel calcio, è CR7. E comunque vada il prossimo turno dei playoff contro i Dallas Cowboys, il suo debutto nello sport ad altissimo livello verrà ricordato anche in futuro.

Intanto però Brock sembra vivere questa fama inattesa con la stessa calma con cui gestisce il pallone, anche quando è braccato dai difensori avversari. Mostra sempre lo stesso sorriso timido alle telecamere, poi scende in campo e fa il suo lavoro come se fosse un veterano. Ma con un sogno: prolungare la clamorosa serie di vittorie fino al Superbowl. 

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