Al gran ballo della longevità ci sono tanti anziani felici e parecchi imbucati.

A Perdasdefogu raccontano di come un nonnino astemio da trent’anni sia stato “costretto” a simulare un brindisi con un bicchiere di rosso. Un omaggio al luogo comune che vede i superlongevi sorseggiare cannonau per trarne indispensabili antiossidanti.

I luminari e studiosi della lunga vita in Ogliastra sono stati sempre ben accetti. Osservano, chiedono, confrontano. Peccato che come accaduto di recente poi scrivono quel che l’editore o forse il lettore tipo vogliono sentirsi dire. Quindi lo stile di vita delle querce nella loro narrazione assume connotati fantasiosi.  Con perle del tipo “a metà pomeriggio i contadini ogliastrini consumano il loro unico frugale pasto”. I servizi sui giornali specie britannici cercano il colore, non un barlume di verità.

La longevità è diventata un grosso affare. Nell’estate 2023 il più grande evento sul tema, organizzato dal Consorzio Costa Smeralda, si tiene a Porto Cervo. Si chiamerà Longevity Fest. Una bella vetrina, ma molto molto lontana, dalla terra in cui tutto è cominciato, la piccola Ogliastra tra il Gennargentu e il mare. Un marchio sui prodotti, qualche piccola iniziativa resistente, come la rassegna foghesina “Gustando i prodotti nel paese della longevità”, in cui viene preparato il mistico minestrone elisir di lunga vita. Poco altro. La Blue Zone può e deve essere utilizzata meglio per promuovere il territorio. Divenire sinonimo di Ogliastra. Nei prossimi anni lo faranno altri che  con i paesi dei centenari nulla hanno a che fare. Non si è mai parlato tanto di longevità come negli ultimi due anni. In Sardegna i centenari sono 650, in Ogliastra se ha meno di 90 anni non sei nessuno.

Ma bisogna sempre ricordare come tutto questo è cominciato.

Il concetto stesso di longevità è stato sviluppato nel 2004. Gianni Pes, medico e ricercatore dell’Università di Sassari, insieme al demografo belga Michel Poulain, pubblicarono uno studio su una rivista specializzata. Ad Arzana Raffaele Sestu, medico e presidente Pro Loco, aveva fatto delle ricerche da cui emergeva come il tasso di anzianità della popolazione fosse nettamente superiore al standard, al punto di elevare Arzana a livelli delle Blue zone già censite. Pochi anni dopo Perdasdefogu entrerà nel Guinness dei primati per il nucleo familiare più longevo, la mitica famiglia Melis, (in base al numero degli abitanti) e Villagrande reclamerà il record per la longevità maschile. Già, perché per molto tempo la lunga vita è stata appannaggio delle donne.

Dagli studi di Pes venne fuori la straordinaria percentuale dei centenari concentrati nell’Ogliastra montuosa e in parte in Barbagia, tra i comuni di Urzulei, Arzana, Talana, Baunei, Villagrande Strisaili e Seulo. La ricerca venne presentata per la prima volta a Montpellier, in Francia, nel 1999.

Tutto dubitavano della veridicità dei dati. Ma demografi, esperti e scettici dovettero ricredersi. Uno studio demografico, guidato da Poulain, portò alla nascita della Blue zone. Pes ha più volte rimarcato il concetto chiave, quello del rapporto tra uomini e donne: se in media nel resto della Sardegna e in Italia ci sono quattro centenarie per un centenario, un rapporto che a Okinawa è di 10 a uno, in Ogliastra è alla pari, uno a uno.

Sulle cause di una vita così lunga le teorie si sprecano. Zio Antonio Brundu, 105, nonnino d’Ogliastra, lo ha spiegato a modo suo ai telespettatori del Tg2, qualche giorno fa, insieme al giornalista Giacomo Mameli. Più del cibo e dello stile di vita quello che emerge come fattore chiave è la socialità. A Perdasdefogu i centenari vivono in simbiosi con la comunità e il suo divenire. Il paese ama i suoi nonnini, li protegge e li mantiene vivi.

Certo poi contano l’attività fisica, la dieta autoprodotta, il fatto che le donne facessero lavori pesanti, ma anche la totale assenza di inquinamento. E questo per un paese come Foghesu, finito al centro di un’inchiesta di rilevanza internazionale per i Veleni di Quirra, sa quasi di rivincita.

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