Il cielo sopra l’Ogliastra è solcato da decine di ultraleggeri. I piloti sono amanti del volo che hanno fatto confluire la loro passione in un progetto comune. Così, a maggio di sette anni fa è nata l'associazione Avioclub Ogliastra. L’hanno fondata in nove. Ed erano abbastanza. Scopo sociale, la diffusione della cultura aeronautica in tutte le sue esplicazioni: aerei, alianti, droni, paracadutismo, aeromodelli. «Il sodalizio  - racconta Maurizio Mereu, 52 anni, avvocato di Lanusei e segretario dell’Avioclub - mosse i primi passi con due ultraleggeri di stanza all'aeroporto di Tortolì dal quale dovette spostarsi per motivi autorizzativi». La circostanza però non spaventò i soci, che trovarono subito un'altra sede. «Fu così che l'Avioclub si trasferì per sei anni presso il campo volo di Girasole dove operò con diverse iniziative sociali come volo in rosa, con grande coinvolgimento dell’altra metà del cielo, e aperivolo». Grazie ai social la realtà si è fatta conoscere nel panorama nazionale. Il battesimo vero avvenne con l’inserimento nel circuito del Tour Italy di Piloti di Classe che di recente ha organizzato l'arrivo di oltre 40 ultraleggeri provenienti da tutta Italia nell'aeroporto di Tortolì. Tra le manifestazioni organizzate un raduno di tutti i proprietari di ultraleggeri sardi, oltre venti da tutta l’Isola. In Sardegna cresce la passione per questi velivoli, che si possono guidare fin dall’età di sedici anni. Occorre il brevetto da pilota vds (volo da diporto sportivo).

Le attività svolte dall'associazione sono state apprezzate dalle amministrazioni del Consorzio industriale e di Aliarbatax, che hanno voluto il ritorno del sodalizio presso l'aeroporto ogliastrino, sede naturale degli eventi aeronautici. «Per questo ringraziamo l’ente e la società proprietaria dello scalo, offrendo la nostra collaborazione per un miglior funzionamento dell’infrastruttura».

Presieduto da Gigi Demurtas, 81 anni, ex allievo salesiano e pilota di alianti negli anni Settanta, a oggi l'Avioclub conta circa cinquanta iscritti, tra i quali professionisti collaudatori dell’Aeronautica militare e tecnici di bordo. «Tra loro – precisa Maurizio Mereu -  ci sono dieci piloti e velivoli ultraleggeri, un costruttore sperimentatore di droni professionali, aviomodellisti e appassionati che costantemente partecipano alle attività e negli ultimi due anni hanno ripulito il giardino e la sede sociale in aeroporto, ravvivato e riportato movimento dopo oltre dieci anni di chiusura e riportato l'attenzione sull'importanza dello scalo aeroportuale tortoliese».

Maurizio Mereu, segretario dell’Avioclub Ogliastra (Archivio L'Unione Sarda)
Maurizio Mereu, segretario dell’Avioclub Ogliastra (Archivio L'Unione Sarda)
Maurizio Mereu, segretario dell’Avioclub Ogliastra (Archivio L'Unione Sarda)

Gli auspici sono tanti. «L'avioturismo rappresenta il futuro prossimo dell'integrazione turistica ogliastrina e l’aeroporto – aggiunge Mereu –  assieme al porto di Arbatax costituisce il punto di accesso di un turismo di fascia medio alta che ha bisogno servizi adeguati e di livello. Potrebbe essere uno strumento di sicuro rilancio di tutto l'indotto turistico per l'Ogliastra».

Senza una ferrovia statale, con strade in certi punti ancora da Terzo mondo, con pesanti gap infrastrutturali, il territorio confida in un potenziamento dei collegamenti da e per la Penisola. E l’aeroporto in questo contesto ha un’importanza vitale. Se ne sono accorte anche altre associazioni, come Skydive Sardegna con sede a Serdiana che per tutto agosto ha scelto Tortolì come capitale sarda del paracadutismo. Per provare l’ebbrezza del lancio sono arrivati turisti non soltanto dalla Penisola ma anche da diverse nazioni europee, come Francia, Belgio e Russia.

«L'Avioclub guarda con interesse e fiducia – conclude Maurizio Mereu - alla imminente riapertura dell'aeroporto al traffico turistico di aviazione generale con velivoli fino a 9 posti. È sicuramente un primo importante passo per arrivare alla riapertura stagionale dello scalo anche per i charter e voli di linea”. Posto che l’aeroporto non riguarda solo Tortolì e il Consorzio industriale, ma patrimonio di un intera zona, senza escludere Nuorese e Sarrabus, “auspichiamo anche per questo un più vivo interesse da parte delle amministrazioni comunali del territorio, della Regione e degli operatori turistici».

Sulla stessa linea Franco Ammendola, presidente del Consorzio industriale, proprietario dello scalo attraverso la sua costola Aliarbatax, plaude ad associazioni come l’Avioclub. «Innanzitutto penso che la sede naturale dell’Avioclub – sostiene Ammendola – sia una pista di aeroporto e non un campo volo o un campo di grano. E proprio per questo ne abbiamo agevolato il ritorno da Girasole a Tortolì. Ci può solo far piacere che ci siano appassionati all’utilizzo dello scalo e all’ebbrezza del volo. Siamo felici del fatto che la pista dell’aeroporto sia utilizzata, appassionati di paracadutismo e di volo hanno soggiornato in hotel e pranzato in ristorante. E grazie a questa attività l’aeroporto è costantemente citato nelle riviste specializzate».  

Sarebbe interessante fare rete e sistema non soltanto tra le associazioni che scelgono l’aeroporto come base logistica ma anche tra loro e le realtà che promuovono l’escursionismo e gli sport estremi tra i tacchi del Pardu e il Supramonte di Baunei e Urzulei.

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