"Sono lieto di questo incontro con voi. La vostra visita mi fa tornare giovane tra i giovani, perché evoca in me ricordi lontani nel tempo, quando anch'io ho avuto occasione di fare qualche partita di calcio". Sono le prime parole che Giovanni Paolo Secondo dedica ai giocatori del Cagliari in visita a San Pietro. È il 28 marzo del 1981, appuntamento storico dei rossoblù impegnati nella difficile trasferta a Roma contro la squadra giallorossa in corsa per lo scudetto, quello poi vinto dalla Juventus con le polemiche diventate storia per il gol annullato a Turone. È il Cagliari di Mario Tiddia, il tecnico di Sarroch capace di disegnare la grande squadra che arriverà sesta in classifica, uno dei risultati più prestigiosi di sempre, se si escludono le gesta epiche del Cagliari di Riva e quelle della corsa in Coppa UEFA nel '94.

ANCHE RIVA DAL PAPA E c'è Rombo di tuono nella spedizione che incontra Karol Wojtyla, appena un mese e mezzo prima dell'attentato a colpi di pistola compiuto da Ali Agca in cui il Papa - ferito - si salva per miracolo. "Voi rappresentate quel mondo calcistico che ogni domenica trascina masse di persone negli stadi e che tanta parte occupa nei mezzi di comunicazione sociale", dice Giovanni Paolo Secondo alla delegazione rossoblù. "Tanti guardano a voi, che offrite lo spettacolo del gioco, ma ricordatevi che fa parte del vostro dovere anche il dare l'esempio dell'esercizio di talune virtù, tipiche del mondo agonistico, che devono rappresentare prima di tutto un vostro patrimonio personale".

"LA VOSTRA BELLA CITTÀ" All'udienza privata partecipano tanti pezzi di storia del Cagliari: da Brugnera a Corti, da Quagliozzi a Selvaggi fino ai sardissimi Virdis e Piras. C'è anche il presidente, Mariano Delogu, futuro sindaco del capoluogo. In prima fila anche il vescovo di Cagliari, Pier Giuliano Tidda, cugino dell'allenatore di Sarroch, nonché mente di quell'incontro in Vaticano. Il Papa dedica parole dolci alla città: "Amo rivolgere il mio pensiero alla vostra bella Cagliari, sulla quale sovrasta il santuario della Madonna di Bonaria". Una città "che ha scelto di dedicare a un santo lo stadio nel quale vi allenate ed offrite al pubblico il saggio della vostra abilità". Chiaro il riferimento a Sant'Elia: "Auspico di cuore che il suo ricordo vi sia di stimolo a un impegno sempre maggiore nei vostri doveri di sportivi e, soprattutto, di uomini e di cristiani". Il Papa che diventerà a sua volta santo guarda anche oltre la vita sportiva: "Sappiate quindi distinguervi per lealtà ed onesta, dominio del fisico e dei riflessi, col rispetto della persona e con la perfezione spirituale. Tutti valori che, acquisiti oggi attraverso lo sport, vi serviranno sempre, anche quando il corpo non risponderà più alle esigenze del gioco. A quel punto ci sarà la partita della vita a richiedere ugualmente il vostro impegno di uomini". È solo un arrivederci perché di lì a pochi anni il Pontefice sbarcherà in Sardegna, con la storica visita a Cagliari del 19 ottobre 1985, quando radunò più di centomila persone sotto la scalinata di Bonaria.

STAGIONE STORICA Quell'incontro non salva i rossoblu' dalla sconfitta all'Olimpico, ma la fortissima Roma di Liedholm fatica non poco ad avere ragione del Cagliari, vincendo con uno striminzito uno a zero. Autore del gol è il futuro campione del mondo Bruno Conti, che proprio nel capoluogo sardo vedrà l'affermazione del figlio Daniele, capitano leggendario che ha il record di tutti i tempi di presenze con la maglia rossoblu. Il Cagliari perde a Roma ma finisce il campionato con uno splendido sesto posto in Serie A, risultato mai più superato negli ultimi quarant'anni.
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