La fine delle auto diesel e benzina è stata fissata: dal 2035, tra 12 anni, non si potranno più vendere, come ha stabilito il Parlamento europeo approvando, lo scorso giugno, il pacchetto Fit For 55.

Che le case automobilistiche stiano correndo verso l’elettrificazione della propria gamma è evidente, con i listini che ai veicoli tradizionali affiancano una percentuale sempre più alta di elettriche, ibride pure, ibride plug-in e mild hybrid.

Ma come si fa a scegliere il tipo di motore più adatto alle nostre esigenze? E come si fa a capire se sia opportuno fin d’ora acquistare un modello elettrico o elettrificato o uno a benzina o gasolio?

Occorre, in premessa, spiegare che è ibrido un motore che all’alimentazione tradizionale – a benzina o diesel – ne affianca una elettrica mentre le elettriche pure hanno solo un grande motore elettrico.

Mild Hybrid

Il primo livello di elettrificazione è il Mild Hybrid, che si associa a un motore sia a benzina che a gasolio. L’auto, quindi, è spinta principalmente dal motore termico, aiutato da una piccola unità elettrica. Ne consegue un beneficio in termini di consumi (mediamente il 10%) perché in fase di accelerazione il motore tradizionale fa meno sforzi, quindi beve meno. Lo stesso accade con il cosiddetto “veleggio”: quando si viaggia a velocità costante il motore termico si può spegnere senza che la macchina deceleri. La piccola batteria si ricarica in fase di decelerazione.

Il vantaggio di questo tipo di auto è che, a parità di categoria, costa come un veicolo a benzina, quindi meno di una ibrida e molto meno di una elettrica grazie al fatto che le batterie sono molto più piccole. Il cambio può essere sia manuale che automatico. L’automobilista ideale è colui che guida molto in città e si può avvantaggiarsi di consumi più contenuti nei continui start e stop. Se si percorrono molti chilometri la convenienza, in termini economici, si azzera, o quasi.

Full hybrid

In questo caso l’unità elettrica è collegata alle ruote e, dunque, può muovere l’auto per tratti relativamente brevi indipendentemente dal motore termico. La ricarica delle batterie avviene in fase di decelerazione, in fase di frenata e grazie al motore termico. Il sistema dell’auto fa sì che a seconda di quanto si preme l’acceleratore sia utilizzato il motore elettrico, quello termico o entrambi. Ma c’è la possibilità di selezionare il solo motore elettrico o il solo motore termico. Anche in questo caso i benefici si avvertono soprattutto nella guida in città dove, se non si percorrono salite, il motore termico può restare disattivato a lungo e si può godere di uno dei vantaggi dell’elettrico: il silenzio. Con la guida a emissioni zero si possono percorrere sino a 50 chilometri (ma le variabili che influiscono sulla distanza percorsa sono numerose) e il risparmio in termini di consumi può arrivare al 30%. Per queste auto il cambio è sempre automatico. Un altro vantaggio è la potenza: a quella del motore termico si aggiunge quella dell’elettrico, con benefici in termini di accelerazione. Il prezzo di acquisto è mediamente superiore del 15% rispetto alle sorelle con motore solo endotermico.

Plug-in hybrid

Rispetto al Full Hybrid ha un motore elettrico più potente che può essere ricaricato con una presa di corrente domestica o con una colonnina, privata o pubblica. Anche in questo caso con le batterie totalmente cariche si possono percorrere circa 50 chilometri a consumo ed emissioni zero. Quando le batterie sono scariche, l’auto si comporta come un veicolo Full Hybrid, ricaricandole in frenata e usandole nelle ripartenze. È sempre possibile utilizzare entrambi i motori per migliorare lo spunto in accelerazione.

Se si riesce a tenere la batteria carica e si percorrono meno di cinquanta chilometri si può viaggiare a consumo zero e in silenzio con il vantaggio che, rispetto a un’auto totalmente elettrica, se non si trova una colonnina per la ricarica si può continuare il viaggio con il motore termico.

In caso di percorrenze più lunghe il beneficio può essere minimo. Per la ricarica occorre avere un posto auto o un garage in casa o avere facilmente accesso a una colonnina. Per poter percorrere cinquanta chilometri in elettrico, un’auto ibrida plug-in ha bisogno di circa 10 KWh di energia nelle batterie. Quindi un contatore da circa 3 chilowatt è sufficiente, sempre che in casa non si utilizzino altri elettrodomestici. Grazie alle app in dotazione le ricariche si possono programmare con un timer. Il costo delle Ibride plug-in, in media, è superiore del 40% rispetto allo stesso modello con alimentazione tradizionale.

Elettrica pura

Viaggiare a emissioni zero è bello ma ha un limite: l’autonomia. Per fare un esempio, una 500 elettrica secondo la Fiat può percorrere sino a 320 chilometri che in un utilizzo misto urbano-extraurbano calano a 280 e si riducono a 150 in superstrada. Dunque si tratta di auto che non pongono alcun limite nell’utilizzo cittadino ma creano qualche apprensione in caso di spostamenti più lunghi, anche perché rispetto alle plug-in non hanno il paracadute del motore termico. Se si viaggia bisogna aver chiaro dove sono le colonnine e sperare che non siano occupate o guaste. Un problema da porsi sino a quando le infrastrutture di ricarica non saranno in numero adeguato.

Ma quanta elettricità consumano? Restando sulla 500e, con una wallbox regolata per assorbire 2,3 chilowatt (serve un contatore da 4,5 chilowatt) servono ameno 18 ore per una ricarica completa. Si possono anche tagliare i tempi anche a sei ore ma occorre aumentare la potenza contrattuale. Con una colonnina adeguata il tempo di ricarica può scendere a mezz’ora con la ricarica veloce del veicolo (che arriva a potenze di 85 chilowatt). In una colonnina normale (11 chilowatt) servono circa cinque ore. 

Oltre all’autonomia, il limite attuale di queste auto è il prezzo, più alto del 70% rispetto a un pari modelli con motore endodermico. Il vantaggio, oltre al silenzio, è lo scatto: anche con l’auto elettrica più piccola si può provare l’ebbrezza di andare da 0 a 100 chilometri orari in meno di 9 secondi.

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