Quando ha realizzato la Mappa delle Aree Interne, l’Istat ha classificato i Comuni italiani in base alla distanza (in termini di tempi di percorrenza) da altri chiamati “Poli” perché offrono servizi essenziali (salute, istruzione, mobilità). Quattro tipologie individuate: Cintura, Intermedi, Periferici, Ultraperiferici.

In Sardegna i Poli sono otto: Cagliari, Carbonia, Iglesias, Olbia, Oristano, Sassari, San Gavino Monreale, Villacidro. L’ultimo rapporto Crenos evidenzia che i Comuni Ultraperiferici nell’Isola sono il 13,5%, contro la media italiana del 4,8%. Tradotto, per raggiungere il Comune di destinazione prevalente - quello dove c’è l’ospedale, per intenderci - occorrono in molti centri sardi oltre 67 minuti di viaggio. Altro dato, ricavato dal rapporto: ben 26 Comuni sardi impiegano più di un'ora e mezzo per raggiungere il proprio polo di riferimento, mentre il 18,8% ha tempi di percorrenza superiori ai 60 minuti.
Le altre categorie in Sardegna: i Comuni Periferici (tra i 40 minuti e i 67 di distanza dai Poli) sono il 29,4% (19,3 in Italia), i Comuni intermedi il 27,3%, i Comuni Cintura il 27,6%.
I primi 10 Comuni con tempi di viaggio più lunghi verso il polo più vicino sono centri abitati dell’Ogliastra, della Barbagia e Gennargentu. Triei, con 126 minuti di percorrenza in auto, è il centro più distante dal polo di riferimento (Cagliari). Seguono, sopra i 100 minuti, Baunei, Ussassai, Lotzorai, Girasole, Tortolì, Osini, Gairo, Ulassai, Talana. «Per buona parte di essi - si legge sul Crenos - è Cagliari il proprio fornitore di servizi: la geografia montuosa e, soprattutto, la distanza dalla principale arteria sarda, la statale 131, divide l’isola chiaramente in due parti, orientale e occidentale». Come ha spiegato Anna Maria Pinna, direttrice del Crenos, «sui servizi, di fatto l'isola è divisa a metà, tra una parte est e una ovest, con problemi di accessibilità completamente differenti. Occorre mettere mano a queste problematiche con le risorse che abbiamo a disposizione».
In generale, nell’Isola esiste una bassa correlazione tra tempi di accesso ai servizi e spopolamento dei territori. Infatti, se è vero che i Comuni più distanti dai Poli registrano un tasso di crescita negativo della popolazione, è altrettanto vero che il fenomeno dello spopolamento è generalizzato.
Altro focus interessante dell’ultimo rapporto Crenos è quello sul divario digitale, cioè sulle differenze di velocità e copertura internet tra Sardegna e Italia e all’interno dell’Isola. Tra gli obiettivi digitali che i Paesi membri dovranno raggiungere entro il 2030, l’Unione Europea inserisce il target “Gigabit for everyone”. Nell’Isola, questo obiettivo si scontra con una realtà di differenze importanti riguardanti i servizi di connessione più veloci come la tecnologia FTTH (che porta la fibra ottica direttamente all’utente finale e consente di scaricare un file di 50 gigabyte in dieci minuti), che evidenziano un divario netto tra aree urbane ben collegate e le zone interne più isolate.

Secondo i dati forniti da Agcom, la percentuale di famiglie sarde raggiunte da connessione FTTH è del 39,2%. La copertura si concentra quasi esclusivamente nel Cagliaritano dove raggiunge il 77%, mentre scende drasticamente nel Sud Sardegna, Nuoro e Oristano variando tra il 17% e il 19%, per risalire a Sassari dove si registra il 37%. A conferma della disparità territoriale, mentre Sud Sardegna, Nuoro e Oristano sono le ultime tre province italiane per copertura di FTTH, Cagliari si trova nella top ten.

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