Non solo sanno emozionare ma provano loro stessi emozioni. Per chi ha la fortuna di vivere con un cane è fuori di dubbio che gli amici a quattro zampe abbiano un’anima. E adesso ci sono anche studi scientifici che confermano come i cani provino reazioni particolari e bisogni emozionali. E addirittura potrebbero anche vivere il lutto per la perdita di un altro cane con cui hanno vissuto. A questa conclusione è arrivata la ricerca di Stefania Uccheddu, 37 anni veterinaria cagliaritana e responsabile del Servizio di medicina comportamentale a alla clinica veterinaria San Marco di Padova. Un lavoro complesso e durato anni che alcuni giorni fa è stato pubblicato da Scientific Report (Nature), una delle più antiche e importanti riviste scientifiche esistenti.

Insieme a un team internazionale, composto da veterinari e psicologi, Stefania Uccheddu è partita da una semplice domanda: i cani possono vivere il lutto? “Ci siamo chiesti cosa possano provare i cani quando viene a mancare un altro cane con cui hanno condiviso una parte della vita – ha spiegato - Le variazioni comportamentali osservate in alcuni contesti potrebbero essere indicative dello stress vissuto dopo la separazione. Ulteriori ricerche permetteranno di capire meglio cosa succede nel momento della perdita ma, nell'ottica del benessere, non possiamo trascurare i bisogni emozionali dei cani”.

Lo studio

Sono stati segnalati comportamenti di lutto in una varietà di animali, compresi uccelli ed elefanti ma finora non era chiaro se i cani domestici potessero vivere effettivamente il lutto. Anche se alcuni cambiamenti comportamentali mostrati dopo la morte di un altro quattrozampe nella stessa famiglia potrebbero essere indicativi di dolore e sofferenza. Stefania Uccheddu e gli altri colleghi hanno intervistato 426 adulti il cui cane era morto mentre possedevano almeno un altro 4 zampe. Ai proprietari (il 66 per cento aveva perso l’animale più di un anno prima dello studio) è stato chiesto di eventuali cambiamenti nel comportamento del cane sopravvissuto dopo la morte. L'86 per cento dei proprietari ha osservato cambiamenti negativi che nel 32 per cento dei casi sono durati tra i due e i sei mesi, nel 25 per cento addirittura più di sei mesi. Ma come si è manifestata questa sofferenza? Il 67 per cento dei proprietari ha osservato una maggiore ricerca di attenzione da parte dell’animale sopravvissuto, mentre nel 57 per cento dei casi i cani avevano quasi perso la voglia di giocare e nel 46 per cento erano diventati meno attivi. Altri proprietari hanno notato che il cane dormiva di più e si spaventava facilmente, altri che mangiava di meno infine è stato notato un aumento dei lamenti o dei latrati. Prima della perdita del proprio animale domestico, il 93 per cento dei proprietari ha riferito che i propri cani avevano vissuto insieme per più di un anno e il 69 ha descritto il rapporto tra i 4 zampe come amichevole. “È emerso che il tempo vissuto insieme dai due cani non ha influenzato il comportamento dei sopravvissuti, mentre aver avuto una relazione amichevole con il cane deceduto e avere un proprietario in lutto ha reso più probabili cambiamenti comportamentali negativi”. I ricercatori hanno dedotto quindi che i cambiamenti comportamentali negativi e i modelli emotivi osservati nei cani sopravvissuti potrebbero essere dovuti sia a una reazione simile al dolore in risposta alla perdita del compagno sia a una reazione davanti alla sofferenza dei loro proprietari. “Le risposte simili al dolore rappresentano un potenziale problema di benessere degli animali domestici che finora è stato trascurato” concludono gli studiosi.

Stefania Uccheddu, 37 anni (foto concessa)
Stefania Uccheddu, 37 anni (foto concessa)
Stefania Uccheddu, 37 anni (foto concessa)

Stefania Uccheddu in passato si era occupata del lutto nei proprietari dopo la perdita dell’amico a 4 zampe. I primi risultati, pubblicati sulla rivista scientifica Animals, hanno confermato la tendenza delle persone ad umanizzare l’animale domestico, a percepirlo come uguale agli esseri umani in termini di emozioni, bisogni e diritti legali. L’impatto psicologico è tale che, dopo la sua morte, subentra nella persona una visione negativa della vita, fatta di sensi di colpa, dolore, rabbia, pensieri intrusivi e rimpianti. Con qualche differenza legata al genere e all’età del proprietario. Le donne mostrano una risposta più intensa al lutto rispetto agli uomini ma questo potrebbe anche semplicemente riflettere una maggiore propensione a esprimere la sofferenza. I proprietari più giovani sono invece quelli che più facilmente provano senso di colpa quando muore il cane. Ciò potrebbe dipendere dalla minore esperienza che potrebbe portarli ad avere un’idea meno realistica della situazione e a pensare che, forse, avrebbero potuto fare di più per salvarlo. “Quando la morte arriva inaspettata, si fanno più intesi e profondi la rabbia e il senso di colpa, segno che il proprietario non ha avuto il tempo di prepararsi psicologicamente o di ricevere un supporto adeguato anche dal veterinario”.

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