Capodanno con le guardie mediche chiuse, ben undici ambulatori su ventitré presenti nel territorio del Sulcis Iglesiente, è stato l’ultimo regalo fatto alla Sanità del Sulcis.

Quella sanità fatta di ospedali dove medici e infermieri e operatori socio-sanitari fanno i salti mortali ogni giorno per soddisfare le esigenze di un utenza sovradimensionata al loro esiguo numero. Quei medici che lavorano in reparti che, anno dopo anno, sono stati smontati, pezzo per pezzo, dove i macchinari, anche quelli costosissimi e di ultima generazione, spesso sono fermi, per mancanza di manutenzione o per guasti che non vengono mai riparati.

Sono lontani i tempi in cui si potevano vantare primati e eccellenze, ad esempio il bollino rosa e i vari riconoscimenti per Ginecologia e Ostetricia del Sirai, giusto per citare uno dei temi più scandalosi, visto che quei premi sono ormai lontani anni luce e quel reparto non esiste più in nome di pomposi paroloni come “razionalizzazione” dei servizi. Paroloni che però sono stati tradotti con il nulla assoluto. Quel reparto smontato e trasferito al Cto di Iglesias si sarebbe dovuto trasformare in una piccola eccellenza, ma oggi basta parlare con chi ci lavora o con chi ne ha usufruito per capire che si trattava di una promessa vana. Se servizi assolutamente scontati in gran parte del mondo civilizzato, come il parto indolore, fossero garantiti ventiquattro su ventiquattro, si potrebbe anche soprassedere sul fatto che altri vengono promessi invano da anni, come il parto in acqua, senza mai arrivare al dunque. Ma purtroppo questa non è l’unica mancanza nella sanità del Sulcis Iglesiente.

Come recentemente ha ricordato l’Ordine delle professioni infermieristiche (Opi), sono quindici le unità operative e i servizi venuti meno, ridotti o sospesi fra Carbonia e Iglesias. Non servizi dai nomi impossibili da ricordare e per i quali passare per polemici e incontentabili. Si tratta, oltre a Ginecologia e Ostetricia, della Pediatria e poi Chirurgia pediatrica, Anatomia patologica, Endoscopia, Medicina nucleare, Neuropsichiatria infantile al Sirai. Come se non bastasse i problemi nei reparti Dialisi sono all’ordine del giorno e da anni sono al collasso i Pronto soccorso e i laboratori analisi del Sirai e del Cto; sono in difficoltà le Case famiglia a Carbonia, Fluminimaggiore e Villarios, e poi le sale prelievi, medicina specialistica e di famiglia, centri unici di prenotazione, guardie mediche e turistiche. Sempre secondo i dati dell’Opi, 4.200 cittadini rinunciano a visite ed esami per le lunghe liste d’attesa, 8.636 lo fanno per motivi economici.  Decine di posti letto sono stati tagliati fra il Sirai e il Cto, 83 gli infermieri nell’ultimo triennio non più in dotazione organica e che non sono mai stati sostituiti. 

Come non essere d’accordo con il sindaco di Iglesias Mauro Usai che ha deciso di occupare l’ospedale quando la carenza di anestesisti ha decretato la sospensione dell’attività operatoria al Cto poi ripristinata (chissà per quanto) a furor di popolo? Come non concordare con il sindaco di Carbonia Pietro Morittu che nei giorni scorsi ha messo nero su bianco una protesta dell’intero territorio? “La sospensione momentanea dell'attività della guardia medica a Carbonia e a Cortoghiana per le festività di Capodanno - ha scritto - è l'ennesimo disservizio che ci ritroviamo a subire. Essendo arrivato un avviso analogo a tutti i sindaci del territorio significa che, a rotazione, i punti di guardia medica del Sulcis saranno chiusi e opereranno a turno. Questo comporterà disagi alla popolazione e appesantirà il carico di lavoro del Pronto soccorso dell'ospedale Sirai. Dobbiamo fare in modo che il Patto dei Sindaci non resti lettera morta, ma entri in una nuova fase operativa. Se da una parte resta chiaro il fine ultimo ovvero quello di garantire servizi di cura adeguati alle nostre comunità, dall'altro è il momento di sottoscrivere un elenco di priorità per raggiungere questo obiettivo. Urge una programmazione complessiva e una riforma dei servizi alla cui base vi sia un'analisi dettagliata dei bisogni e delle risorse. È senza dubbio un iter articolato che dovrebbe portare a un ragionamento ad ampio raggio e su più livelli di responsabilità”. 

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