Vent’anni. Tanto è trascorso dal G8 di Genova del 2001, il quarto organizzato in Italia nella storia dei summit tra i grandi del mondo. Doveva essere l’occasione per lasciare il segno nella lotta alla povertà: nei comunicati ufficiali si parlava della volontà di «individuare misure atte a sostenere l’economia dei paesi più fragili secondo una strategia integrata, specie per quanto riguarda commercio e investimenti sociali». Invece è passato alla storia per la morte di Carlo Giuliani, le violenze nella scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto. Gli italiani fecero per la prima volta la conoscenza dei movimenti No-Global, nati per contrastare la globalizzazione – che ruggiva in quegli anni, soprattutto sul versante economico – e i black bloc, che fino a quel momento si erano visti solo in Tv negli scontri di piazza statunitensi (in particolare quelli di Seattle, nel 1999).

Tutti ricordano la fototessera sbiadita di Carlo Giuliani, morto a ventitré anni in piazza Alimonda, simbolo – suo malgrado - di una delle ferite più dolorose della storia recente italiana. E gli altri protagonisti? In questi vent’anni c’è chi è diventato parlamentare, chi ha provato la carriera politica ma non ci è riuscito, qualcun altro è morto, come il prefetto Arnaldo La Barbera.

Claudio Scajola
Claudio Scajola
Claudio Scajola

Il ministro dell’Interno, da appena un mese, era Claudio Scajola, finito al centro al centro di polemiche non solo per la gestione dei fatti di Genova, ma anche perché un anno dopo il ministero da lui diretto aveva tolto la scorta a Marco Biagi, il professore universitario ucciso dalle Brigate Rosse. Passato alla storia per la casa pagata “a sua insaputa” da altri (ma nel processo venne assolto), ora è al terzo mandato (non consecutivo) da sindaco di Imperia, la città dove è nato.

Vittorio Agnoletto
Vittorio Agnoletto
Vittorio Agnoletto

In quei giorni i tg rilanciavano l’immagine di Vittorio Agnoletto, medico del lavoro milanese – cugino dell’ex sindaco Giuliano Pisapia – che aveva l’incarico di portavoce del Genoa Social Forum insieme a Luca Casarini. Agnoletto nel 2004 è stato eletto europarlamentare con Rifondazione Comunista. Ha provato a farsi eleggere anche alle successive elezioni (nel 2009) ma la lista non superò lo sbarramento. Nel 2010 si candidò alla presidenza della Regione Lombardia ottenendo il 2,4% dei voti. Ora, dice Wikipedia, “è membro del direttivo nazionale di Medicina Democratica”.

Mario Placanica
Mario Placanica
Mario Placanica

Anche Mario Placanica, il carabiniere che uccise Carlo Giuliani (la sua posizione processuale venne archiviata) provò la strada della politica, anche se a livelli locali, diversi anni dopo la tragedia di Genova. Prima Placanica, catanzarese, ricevette circa 400mila euro dal quotidiano Libero, che aveva aperto una raccolta di fondi per sostenere il carabiniere. Uscito quasi indenne da uno strano incidente d’auto nell’agosto del 2003, Placanica ha abbandonato l’Arma dei carabinieri nel 2005. L’anno successivo si candidò come consigliere comunale per Alleanza Nazionale a Catanzaro, ma non venne eletto.

Haidi Giuliani
Haidi Giuliani
Haidi Giuliani

In Senato invece è stata eletta Haidi (nata Adelaide) Giuliani, madre di Carlo. Si candidò nelle liste di Rifondazione Comunista nel 2006, risultando la prima dei non eletti dopo il compagno di partito Luigi Malabarba, ma entrò a Palazzo Madama pochi mesi dopo, in seguito alle dimissioni di Malabarba.  I giornali raccontarono il suo blitz nel centro di permanenza temporanea (Cpt) di Crotone, occupato insieme al deputato Francesco Saverio Caruso. Qualche anno dopo provò a candidarsi anche lei, come Agnoletto, alle elezioni per il parlamento europeo, senza successo. Del suo impegno politico ha detto: “Non è la cosa che immaginavo per la mia vecchiaia. Sognavo di essere la nonna dei miei nipotini e anche di altri non miei, di bimbi con la pelle colorata. Invece la vita ha deciso diversamente”.​​​​​​​​​​​​​​

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