«Il 27 luglio a Punta Molentis qualche criminale ha messo a rischio l’incolumità delle 400 persone che erano in spiaggia. Radio-paese ha sostenuto che dietro il rogo ci fossero altre questioni, ma non ho mai capito quali fossero». A due mesi dall’incendio che ha incenerito macchia mediterranea e automobili, il sindaco di Villasimius Gianluca Dessì tira le somme: «Hanno detto di tutto, ma la verità è che in Sardegna si può fare ben poco per blindare le oltre 200 spiagge che hanno una sola strada per entrare e uscire, tanto è vero che il piano di emergenza della Protezione civile per Punta Molentis prevedeva il salvataggio dal mare. La Forestale ha accertato l’origine dolosa dell’incendio. Spero che sia individuato chi ha appiccato il fuoco: chiunque pensi a un gesto così folle deve mettere in conto che pagherà un prezzo salato».

I costi

«Quelli che abbiamo sostenuto e sosterremo sono elevatissimi. Solo per la bonifica ambientale abbiamo già pagato 100mila euro, ora dobbiamo stimare quanti soldi occorreranno per rimboschire la vallata. Il danno d’immagine invece non ha prezzo: siamo andati sulle tv di mezzo mondo, è gravissimo. Fortunatamente l’intervento tempestivo della Forestale, dei vigili del fuoco e dei volontari ha ridotto il numero di ettari bruciati, 90 in tutto. Sarebbero potuti essere infinitamente di più. Assistere all’incendio non è stato semplice: ero lì, mi sentivo incapace di agire, ininfluente».

Le accuse

«Un commento che mi ha ferito? Tanti. Si è cercato un colpevole, qualcuno ha puntato il dito contro l’Amministrazione perché fa pagare il parcheggio. Se fossero stati gratuiti cosa sarebbe cambiato? Le macchine sarebbero state il triplo, invece a finire tra le fiamme sono state solo – lo dico tra virgolette – le 39 di chi ha pensato di metterle in salvo dirigendosi verso la spiaggia. Nel disastro però ho colto una grande solidarietà, soprattutto da parte di chi si è precipitato in paese da Olbia, Sinnai, Cagliari, Quartu e Pula per offrire collaborazione».

La tutela

«Errori? Non credo di averne commesso. Sono fermamente convinto che tutelare beni ambientali di valore inestimabile ti obblighi a fare delle scelte. Per esempio contingentare il numero di auto pagando un canone di locazione di ottantamila euro ai privati per avere un’area destinata ai parcheggi. Bisogna retribuire chi fa la manutenzione, le dodici persone che si alternano nei controlli. Tutto questo ha un costo che ci obbliga a esigere il prezzo del biglietto, non ci sono alternative. Spero che, in nome della sicurezza, nel 2026 la Regione ci consenta di creare strisce tagliafuoco e portare l’acqua in ogni spiaggia. Sarebbe un passo importante per difenderci da criminali col cerino in mano».

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