Èun'arma potentissima per ridurre il rischio di contagio in un ambiente chiuso. Basta un gesto semplicissimo e l'aria fa il resto. "Aprite le finestre", è la raccomandazione del professor Paolo Moi, direttore della Clinica pediatrica dell'ospedale Microcitemico di Cagliari. "Ventilare gli ambienti è fondamentale - avverte -. Basti ragionare sul fatto che ogni anno, con l'apertura delle scuole, si registra sempre un certo numero di infezioni virali. A cosa è dovuto? Al fatto che i bambini vengono tenuti in un ambiente chiuso. I virus respiratori, che si diffondono tramite le goccioline che emettiamo con i colpi di tosse e gli starnuti, ma anche parlando, resistono più a lungo se l'aria non circola". Vale per la scuola, vale per gli ospedali ("Al mio arrivo, ogni mattina, spalanco tutto"), vale per le nostre abitazioni. Soprattutto in questa stagione, dato che col freddo si tende a stare di più al chiuso e in ambienti riscaldati. "Quando vado a visitare i miei piccoli pazienti a casa con la febbre raccomando sempre alle loro mamme di aprire le finestre per cambiare l'aria. Non è il freddo e non è lo stare all'aria aperta che fa ammalare: è che d'inverno ci si asserraglia nei luoghi chiusi. La corrente d'aria non fa venire la broncopolmonite, la fa venire una persona che ti contagia al chiuso".

Il coronavirus Sars Cov-2 si trasmette dunque attraverso le goccioline che noi emettiamo con la tosse, uno starnuto, cantando o anche solo respirando e parlando. Goccioline di due tipi: i droplets, quelle più pesanti, che proprio per la loro dimensione cadono a terra subito nella breve distanza; e poi l'aerosol, quelle minuscole. "Il distanziamento è importante perché i droplets, le goccioline più pesanti veicolo privilegiato del virus, tendono a cadere per gravità", spiega Sofia Cosentino, docente di Igiene dell'Università di Cagliari. Ma, ovviamente sempre con l'utilizzo della mascherina, anche la ventilazione è una regola che non va dimenticata. "Il ricambio d'aria in un ambiente è importante perché l'aria diluisce le particelle virali eventualmente in circolo e ne impedisce la concentrazione". Se invece una stanza non viene arieggiata, interviene il professor Moi, "il virus galleggia nell'aria: le microgocce stanno sospese anche delle ore, certe volte. Se invece apriamo la finestra e facciamo un po' di corrente, viene spazzato via tutto".

Distanziamento e mascherine, quindi, difendono dalle goccioline più grandi ma da soli non bastano a difenderci dalla trasmissione del virus. Occorre fare attenzione soprattutto negli ambienti chiusi, ancor più se poco ampi, dove c'è uno scarso ricambio d'aria e dove, magari, si deve stare per un certo lasso di tempo. Una regola di igiene che se in Italia viene sì citata anche nel sito dell'Istituto superiore di Sanità, non figura quasi mai tra le fondamentali misure ufficiali di prevenzione del contagio che si limitano alla raccomandazione di mascherina, distanziamento e igiene delle mani.

La ventilazione delle stanze è invece una misura ufficiale in Germania (che oltretutto ha investito 500 milioni di euro nell'efficientamento dei sistemi di ventilazione degli edifici pubblici, scuole comprese), dove è ben radicata - già prima di questa pandemia - l'abitudine di aprire le finestre anche in pieno inverno. Basti dire che la regola viene spesso inserita come clausola legalmente vincolante nei contratti di affitto. Qual è il motivo? Aprire le finestre e arieggiare le stanze aiuta a proteggere i muri dalle muffe e dai cattivi odori. A questa funzione legata all'igiene degli ambienti adesso si è aggiunta quella riguardante la prevenzione del contagio. "È uno dei modi più economici ed efficaci per contenere la diffusione del virus", ha spiegato la cancelliera Angela Merkel. Ma in pratica quanto dovrebbe essere tenuta aperta una finestra perché venga garantito il ricambio d'aria? Ogni 15-20 minuti - hanno convenuto gli esperti (dagli igienisti ai fisici), per cinque minuti in primavera e in autunno e tre minuti in inverno. Le linee guida del governo tedesco suggeriscono due tipologie di aerazione dei locali: quella "d'impatto che può ridurre notevolmente il pericolo di infezione", e che consiste nell'apertura di una finestra al mattino e alla sera per almeno cinque minuti; e quella «incrociata», in cui tutte le finestre di una casa o di un appartamento vengono aperte lasciando uscire l'aria viziata. Tenendo sempre per buona l'abitudine igienica di aprire le finestre, il governo tedesco ha comunque investito nell'efficientamento dei sistemi di ventilazione meccanica controllata e nei purificatori d'aria mobili per gli edifici pubblici.
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