Non si conoscevano tra loro. Ma è bastato un tema comune su cui lavorare per unire, ognuno nella sua specificità, sette personalità diverse. È la magia dell’arte, quella che ha dato vita a “Costruttori di stelle”, mostra di arte contemporanea con artisti provenienti da diverse parti del mondo che si sono dati appuntamento al Foro Boario di Oristano per interpretare il tema della stella. L’esposizione, inaugurata a metà ottobre e curata da Bianca Laura Petretto, sarà visitabile fino a marzo 2022 e già in queste prime settimane di apertura sta riscuotendo grossi consensi. “Una mostra internazionale che guarda al cielo e alle stelle per parlare di umanità ed entrare in contatto con il proprio io attraverso l’arte” commenta la curatrice.

La stella

Un fil rouge accompagna la mostra: il tema della stella, che diventa simbolo del rapporto tra uomo e natura. A Oristano, città che custodisce la tradizione della Sartiglia, il rito e il mito si incontrano. Cavalieri mascherati, su cavalli lanciati al galoppo, con una spada sfidano la sorte cercando di cogliere la stella, simbolo di abbondanza. Più stelle si prendono e migliore sarà il raccolto. E proprio questo tema è stato scelto per il debutto dello spazio di arte contemporanea Foro Boario, riaperto dopo vent’anni di chiusura. “Frammenti tra sacro e profano del rito propiziatorio per trasmettere la forza, l’energia, per appartenere a una comunità, per far parte dell’universo. Come in una stella” commenta la curatrice della mostra. Così dal Giappone, tra Germania e Laos, passando per la Francia, la Svizzera e la Sardegna, il Cile e l’Olanda, gli artisti Akira Inumaru, Hans George Berger, Jean Claude Borowiak, Evelyne Galinski, Gigi Rigamonti, Alejandro Robles, Tineke Smith si sono dati appuntamento al Foro Boario. Un luogo che in passato ospitava il mercato del bestiame e che oggi diventa spazio di scambi culturali, di idee e creatività.

Mostra Costruttori di stelle (foto Valeria Pinna)
Mostra Costruttori di stelle (foto Valeria Pinna)
Mostra Costruttori di stelle (foto Valeria Pinna)

𝐒tar Makers

 “I Costruttori di stelle hanno messo insieme pezzo per pezzo, lavorato con le loro mani e le loro idee e hanno creato opere esclusivamente per questa esposizione” aggiunge. Così è nata l’avventura dei sette artisti che si sono messi in gioco, si sono interrogati, hanno sperimentato e creato un centinaio di opere tra pittura, scultura, grafica, installazioni, video arte che porta il visitatore in un percorso sull’umanità e la necessità di guardare il cielo, di immaginare mondi diversi, di avere una vita animale e spirituale.

La mostra

Le opere parlano di universo, della capacità dell’uomo di accettare il ciclo della vita, esprimono il dolore, la paura della morte ma anche la gioia, il gioco e la forza dell’umanità.

Ed ecco che subito catturano occhio e anima le opere del giapponese Araki Inumaru che su tela e carta, sperimentando una stella come il sole, attraverso quella che chiama distillazione solare, ha dipinto fiori e stelle scavando con le lingue di fuoco tra gli strati di carta e regalando acquerelli di stelle. Ha unito le tecniche della tradizione giapponese con sperimentazioni contemporanee bruciando le tele con la luce del sole. Nella sala centrale trovano spazio le opere di Gigi Rigamonti, artista che vive tra San Pantaleo e la Svizzera: i suoi quadri neri sono le stelle che stanno nel cielo anche di giorno invisibili, le pietre della Gallura dipinte. Opere di grandi dimensioni che fluttuano nell’aria sospese una contro l’altra, sculture leggere di corpi di donne, dalla Venere nera Selene all’Afrodite rossa.

Si prosegue con il fotografo tedesco Hans Georg Berger: i suoi ritratti sono scorci di vita, sanno raccontare l’intimità di monaci e luoghi poetici. Ci sono poi i quadri dell’architetto cileno Alejandro Robles che parte da una domanda: come le stelle ci vedono da lassù? E così dipinge il mondo dalla prospettiva di una stella; pitture su tela con tratti grafici e colori forti. L’olandese Tineke Smith ha realizzato installazioni con materiali organici e chimici di scarto, acquerelli, sculture metalliche e di legno. “Un inno alla vita e alla salvaguardia della natura”.

Installazione degli artisti francesi (foto Valeria Pinna)
Installazione degli artisti francesi (foto Valeria Pinna)
Installazione degli artisti francesi (foto Valeria Pinna)

Le installazioni del francese Jean Claude Borowiak sembrano aprire le porte di un mondo reale e insieme fantastico: “La sua opera richiama il mondo celeste ma anche quello lacustre, acquatico tra le liane, i mondi /uovo e qualcosa che assomiglia alla meccanica” si legge nel catalogo della mostra. “Le stelle sono macchine dell’aria, della terra, del vento, dell’aria”. Si arriva così alle opere di un’altra artista francese Evelyne Galinski che propone sculture di terra, bronzo, porcellana che raccontano le storie del mare e svelano ritratti di sirene. Al centro il mandala costruito dai due artisti francesi con “la forza della sabbia di Sardegna, con la polvere di marmo – recita il catalogo - Un rituale e una riflessione sull’universo dove gli artisti creano a quattro mani un’opera che i visitatori possono vedere nascere, crescere e poi dissolversi. Un’opera temporale che lascia la memoria dell’energia, la forza della creazione e del simbolo”.

Opere di Evelyne Galinski (foto Valeria Pinna)
Opere di Evelyne Galinski (foto Valeria Pinna)
Opere di Evelyne Galinski (foto Valeria Pinna)

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