Una piazza dedicata a Berlinguer sorgerà a Capoterra, centro a una ventina di chilometri da Cagliari. Circa 40 anni dopo la raccolta fondi per la - mai nata - “Casa Del Popolo”, si riannodano i fili della storia. E il sogno degli storici militanti, in parte, si concretizza. Un sogno lungo quattro decenni. Correva l’anno 1982. Per la precisione era il 25 giugno. Ci fu uno sciopero generale indetto da Cgil, Cisl e Uil a sostegno della vertenza per i rinnovi contrattuali e per protestare contro la decisione unilaterale di Confindustria di sospendere la scala mobile. Da Cagliari partì una nave bardata di rosso carica di militanti del Partito comunista italiano, il glorioso PCI, il più grande partito comunista dell'Europa occidentale, fondato nel 1921 e sciolto nel 1991.

A bordo c'era anche una delegazione di Capoterra, guidata dal compianto Giancarlo Atzori, Salvatore Littarru, e altri storici militanti. A Roma si improvvisò una raccolta fondi per la costruzione della Casa del Popolo del paese, che, nel desiderio dei compagni, avrebbe dovuto ospitare la sezione del partito. Ci fu una commovente gara di solidarietà. Gli operai, che con il loro stipendio esiguo dovevano mantenere le proprie famiglie, spessissimo monoreddito, pensionati, agricoltori, rinunciarono al poco che avevano nelle loro tasche per permettere ai compagni di Capoterra di realizzare il loro sogno, i loro ideali di fratellanza, gli stessi che accomunavano tutte le masse operaie.

Salvatore Littarru, allora era poco più che un ragazzino, ma ha ancora impressi nella mente quegli episodi. «Era una gara a dare una mano, l'entusiasmo era a mille, nessuno si era sottratto e aveva contribuito come poteva alla causa», ricorda Littarru che per quattro legislature è stato consigliere comunale nelle file del Pci, poi nel Pds e infine nei Ds. La raccolta fondi proseguì in paese, al ritorno dal grande sciopero generale, e la generosità dei capoterresi si fece sentire, soprattutto in occasione della Festa dell’Unità.

Così il grande desiderio di riuscire ad acquistare in via Indipendenza, nel centro storico della cittadina, il terreno per realizzare la Casa del popolo divenne una bella realtà. Tra gli storici militanti Carlo Cau, ex consigliere Pci e oggi uno dei componenti della consulta anziani, ricorda l'entusiasmo quei giorni: «Quel mondo non esiste più. Da lì a poco il più grande partito, il Pci, metterà da parte la falce e il martello e il “sol dell'avvenire”».

Militanza a tempo pieno. «Erano tempi in cui fare attività politica significava rinunciare al tempo libero per se stessi e per la famiglia - ricorda Littarru - e durante le manifestazioni si avvertiva il timore di attentati nonostante il servizio d’ordine del partito, ma la fede negli ideali di giustizia sociale era incrollabile».

Negli anni successivi al crollo del muro di Berlino e al dissolvimento del blocco sovietico, il Partito comunista italiano lascia il passo alla nascita del Partito democratico della sinistra (Pds). Con la fine del sogno comunista che trascina con sé gli ideali di tanti anziani militanti, la Casa del Popolo di Via Indipendenza finisce nell’oblio della storia. Il terreno confluisce nel patrimonio della Fondazione Berlinguer. L' area, dove avrebbe dovuto nascere un importante presidio politico e sociale, è in stato di abbandono, con erbacce e rifiuti. In  più, è diventato motivo di malessere e degrado.

Il simbolo locale, della gloriosa epoca di simboli e ideali, di cui si rischiava non restasse più alcuna traccia, ha richiamato l' attenzione dell' amministrazione di centrosinistra di Capoterra, guidata dal sindaco Francesco Dessì: «Abbiamo subito pensato di organizzare alcuni incontri con i responsabili della Fondazione con l’obiettivo di restituire, anche se in parte, la giusta destinazione a quel sito, in linea con la sua originaria funzione».

Piazza Berlinguer. Non ci vuole tanto perché si concretizzi un’idea: l’area viene ceduta a un prezzo simbolico al Comune per realizzare una piazza nel centro storico del paese intitolata al più amato segretario del Partito comunista: Enrico Berlinguer. «Un'idea che ha il sapore del riscatto, e nel segno della continuità. Quel terreno dove sarebbe dovuta sorgere la Casa del Popolo non poteva avere destinazione migliore», sottolinea il presidente della Fondazione Francesco Berria. Che aggiunge: «Non potevamo non privilegiare il Comune con una cessione simbolica di 10mila euro in cambio della garanzia dell’intitolazione a Enrico Berlinguer».

Il progetto dell’architetto Gian Marco Baire prevede la realizzazione di una piazza dedicata appunto al grande leader e di una viabilità di collegamento tra la piazza di Chiesa Sant'Efisio e la via Indipendenza, come nel paese di Don Camillo. Il costo totale dell’opera, una volta ultimata e dotata di ogni arredo urbano, ammonterà a 370.000 euro.

L’area sarà restituita a tutta la comunità. «Il sacrificio dei compagni non è stato vano», commenta con orgoglio Littarru. Insomma, 40 anni dopo si riannoda il filo della storia. E a Capoterra, tra i vecchi militanti e i nuovi riuniti sotto le insegne del Pd, sono in tanti a volerlo credere: forse era questo il sogno dei tanti compagni di allora, molti dei quali se ne sono andati senza averlo visto realizzare

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