La prima auto su cui ha messo le mani è stata una Appia, berlina della Lancia che all’epoca costava un milione e trecentomila lire: “Era il 1957, avevo appena iniziato a lavorare in un’officina di via Dante a Cagliari, a pochi metri da piazza San Benedetto”, racconta Francesco Collu. La seconda paziente invece è stata una Fiat “Topolino”, mentre l’ultima, pochi giorni fa, è la sua pronipote, una Fiat 500. In mezzo, 66 anni di attività, di cui buona parte in via Macomer, dove ha aperto la carrozzeria nel 1961. “Qui a quei tempi c’erano quattro o cinque macchine, non di più”, dice Collu, indicando lo spiazzo di fronte al Roxy Bar in via Tempio, ora occupato da decine di auto.

A ottantadue anni è il decano della sua professione in città, ed è stato premiato qualche settimana fa insieme ad altri due colleghi. Nei prossimi giorni chiuderà la saracinesca per l’ultima volta e andrà in pensione.

Collu (a sinistra) in una foto degli anni Sessanta
Collu (a sinistra) in una foto degli anni Sessanta
Collu (a sinistra) in una foto degli anni Sessanta

Come è cambiato il lavoro in oltre 60 anni? “Prima ci voleva molta abilità manuale, si riparava ogni pezzo, bisognava ricostruire la carrozzeria, saldarla, raddrizzarla. Ora è più conveniente sostituire le parti danneggiate”.

Negli ultimi tempi è diverso anche il giro d’affari. “All’inizio dell’attività c’era la fila, per portare l’auto in officina bisognava aspettare due o tre mesi. Adesso molto meno”. A rivoluzionare il modo di lavorare (e non solo) è stato l’ingresso delle assicurazioni nel mondo delle carrozzerie, dopo la riforma dei primi anni Duemila: “Sono loro a decidere a chi ci si deve rivolgere, privilegiando chi chiede meno soldi o è più furbo nel chiudere gli accordi con le grandi aziende”. Anche l’avvento delle zone a traffico limitato, per chi ha un’officina nel centro storico, ha influito. “Molti clienti hanno preso multe, non è certo piacevole. Prima qui lavoravano con me cinque dipendenti, poi ho dovuto ridurre gradualmente”.

Collu mostra la foto di una premiazione
Collu mostra la foto di una premiazione
Collu mostra la foto di una premiazione

Come è cambiato il quartiere? “Molti palazzi non erano ancora stati costruiti quando ho iniziato. Qui vicino hanno vissuto due sindaci: in via Bosa abitava Brotzu, poco più su in via Macomer c’è la casa di Crespellani”.  Il lavoro più difficile? “Di recente ho riparato la parte anteriore di una Bmw: c’è tanta tecnologia, che in certi casi complica le cose. Bisogna aggiornarsi continuamente per restare al passo”. Ora Collu si ferma dopo 66 anni di attività quasi ininterrotta. Dal lunedì al venerdì, a volte anche il sabato, sempre in servizio. Neanche il Covid l’ha lasciato a casa: fatta eccezione per i primi giorni di lockdown, le carrozzerie avevano la possibilità di aprire. E lui l’ha fatto. “Mi dispiace lasciare il mestiere dopo così tanto tempo e chiudere definitivamente l’officina, senza poterla affidare a qualcun altro”.

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