Tremilanovecento miliardi. E’ il valore di Apple, la società più capitalizzata al mondo, il cui titolo nel 2024 è cresciuto in Borsa del 34%.

La società fondata nel 1976 da Steve Jobs, Steve Wozniak e Ronald Wayne continua a dominare da 12 anni la classifica delle migliori società globali, principalmente grazie alle performance commerciali e finanziarie e all’appeal del brand, che rende insuperabile, al momento, la sua forza competitiva. L’ulteriore crescita di quest’anno è dovuta soprattutto all’intelligenza artificiale, che nei device della mela ha fatto un balzo in avanti epocale rispetto all’anno scorso e rispetto a molti concorrenti.

Apple è sempre stata un caso a sé del panorama del mondo dell’elettronica. Si è sempre distinta per l’innovazione dei suoi prodotti, per il design e per una strategia di marketing perfetta incentrata su posizionamento, comunicazione, fidelizzazione dei clienti con un collante indistruttibile rappresentato dall’ecosistema unico.

Quattro elementi che insieme contribuiscono da sempre a quell’alta percezione di valore che induce i consumatori a desiderare e a pagare di più per acquistare i prodotti del brand, oggetti di culto molto laici dai quali pochi sono disposti a staccarsi. Un’affezione diventata fenomeno culturale inscalfibile, un’esperienza a cui è difficile rinunciare.

Sia chiaro tutto ciò non sarebbe possibile se la qualità dei prodotti non fosse elevata – i prodotti Apple sono robusti e duraturi – se non co fosse stata una maniacale difesa dell’impenetrabilità del sistema operativo e se il design non fosse sempre all’altezza delle aspettative, alte, dei clienti. E se i marketer e i comunicatori di Cupertino non fossero bravi nel creare attesa per prodotti sempre migliori e non lavorassero costantemente per tenere netta la differenziazione dalla concorrenza. Apple in questi settori è al top per la capacità di far percepire i suoi prodotti come dispositivi tecnologici avanzati ma, soprattutto, come simboli di status e lusso desiderabili.

Fateci caso: nei film o nelle serie tv più note i protagonisti usano un notebook con la mela o un iPhone. E questo conferma che l’azienda ha chiara la sua strategia per mantenere altissima la reputazione e la desiderabilità dei suoi prodotti. E qui entra in gioco un altro fattore: la lealtà di marca, che gli esperti della società hanno sempre tenuto alta.

Quando si quotò in borsa, il 12 dicembre 1980, al suono della campanella del Nasdaq il titolo della società di Cupertino valeva 22 dollari. Al tramonto 29, quasi il 32% in più. Il 20 dicembre il valore era di 258 dollari. Un percorso straordinario di un’icona del nostro tempo.

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