Euno degli aspetti drammatici che in Italia purtroppo esiste da anni e che questa pandemia ha ancora di più evidenziato. Oltre infatti all'aspetto prettamente sanitario e a quello economico esiste un mondo, quello degli adolescenti, che da tanto, troppo tempo soffre. Si parla di quell'età in cui ragazze e ragazzi devono prendere decisioni che definiranno la loro vita successiva, a partire dalla scuola. Per troppi giovani però purtroppo non esiste una reale scelta: il luogo di nascita e di residenza o la condizione sociale della famiglia ad esempio pongono molti paletti lungo questo percorso.

E durante il Covid queste limitazioni per molti adolescenti sono diventate ancora più evidenti. La pandemia ha infatti ribadito quanto siano ancora tante le differenze in termini di accesso ai servizi (come la rete internet) per molti studenti, costretti a rimanere a casa e non seguire quindi le lezioni in presenza.

Il report di Openpolis, Scelte compromesse, mette a nudo alcune situazioni drammatiche che riguardano anche la Sardegna.

Quali sono dunque questi divari che incidono sulle scelte degli adolescenti italiani? «Prima di tutto sono di carattere sociale. Come rilevato dall'istituto nazionale di statistica, già prima dell'emergenza (2019), il 9,2% delle famiglie con almeno un figlio si trovava in povertà assoluta. Quota che tra i nuclei con 2 figli supera il 10% e con 3 o più figli raggiunge addirittura il 20,2% - si legge nel report della Fondazione - Ma anche i divari territoriali e nella condizione abitativa, con il 41,9% dei minori che vive in una abitazione sovraffollata, e il 7% che affronta anche un disagio abitativo (come problemi strutturali o poca luminosità della casa). E infine i divari tecnologici. Prima dell'emergenza, il 5,3% delle famiglie con un figlio dichiarava di non potersi permettere l'acquisto di un computer. E appena il 6,1% dei ragazzi tra 6-17 anni viveva in una casa con disponibilità di almeno un pc per ogni membro della famiglia».

Vien da sé che il lockdown ha ancor di più esasperato le differenze e quindi resta centrale la questione del superamento dei divari digitali registrati in Italia per garantire accesso all'istruzione. In Italia vivono oltre 3 milioni di persone tra 14 e 19 anni. Contando solo quelli di minore età (14-17), gli adolescenti sono 2,3 milioni. Accanto a questa fascia, quella più fragile è rappresentata da chi frequenta le scuole medie inferiori (11-14 anni) perché proprio in quegli anni emergono in tutta la loro durezza proprio quei divari. A livello nazionale la percentuale di residenti tra 11 e 17 anni colloca la Sardegna in basso alla classifica. In particolare Oristano segna appena il 5,49% di adolescenti (8.655 su 157.707 abitanti) e il Sud Sardegna che si attesta sulla stessa percentuale sono tra le cinque province che registrano i dati più bassi di Italia. Dati che continueranno a peggiorare se si pensa che il crollo delle nascite è costante in tutta la Nazione (tra il 2008 e il 2019 si è registrato un -28%).

Ovviamente, gli adolescenti di cui oggi si parla sono gli ultimi nati prima che la recessione del 2008, e una delle conseguenze più negative della crisi è stata l'allargamento del divario di povertà tra le generazioni. L'incidenza di povertà è passata dal 3,1% del 2007 al 12,6% del 2018 e in base ai dati più recenti si attesta all'11,4%.

«Ancora, il livello di istruzione dei genitori influenza il rischio di abbandono scolastico dei figli. In quasi 2/3 dei casi i figli di chi non ha il diploma non si diplomano a loro volta. Un ulteriore elemento che può vincolare la scelta dei percorsi di istruzione e le prospettive successive è il territorio in cui si nasce si puntualizza nel report di Openpolis - Per evitare una generazione segnata da "scelte compromesse" è necessario garantire a tutti gli adolescenti gli strumenti per determinare il proprio percorso».

Il dato è davvero drammatico: il 54% degli alunni di terza media con famiglie svantaggiate non raggiunge la sufficienza nei test Invalsi. Tra gli alunni di terza media, all'ultimo anno prima della scelta dell'indirizzo da prendere, i divari sociali sono molto ampi, concludono da Openpolis.
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