Non fermarti mai, Jannik
(Ansa)
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Il migliore. Ed è italiano. Come Paolo Rossi e Federica Pellegrini, Marco Pantani e Pietro Mennea, passando per Alberto Tomba e Sara Simeoni, o magari Valentino Rossi, Juri Chechi e Nino Benvenuti. Ci perdonino gli altri, Tamberi e Jacobs per esempio, o il glorioso Edoardo Mangiarotti, icona della scherma, che ha vinto più di tutti. C’è qualcosa, nel campione, nel vincitore o in quelli che conquistano l’immortalità anche se hanno vinto meno – Luigi Riva – che in Jannik Sinner è espresso perfino con poesia.
La stessa rabbia agonistica, che poi è una miscela di tecnica e forza scevra di formule chimiche, è musica. Il rumore della palla colpita dalla racchetta è come una martellata sulla ceramica, quelle corde tese a 28 chili e il tipo della corda – monofilamento sintetico spessore un millimetro e 30 - hanno bisogno di un braccio dalla velocità incalcolabile. Poesia, ma anche “tanto lavoro”, come ama ripetere il figlio di signor Hanspeter e signora Siglinde, educato alla forza del gruppo, della squadra, nonostante al centro della scena sia solo.
L’Italia, quella del lavoro, dello studio, delle buone maniere, di chi non canta la celebrazione della cronaca nera, ha il suo rappresentante. In questi giorni, un commentatore come il croato Ivan Ljubičić, ex numero 3 del mondo e allenatore di Roger Federer fino al 2022, solitamente parco nel regalare aggettivi, ha detto: se la perfezione esiste, qui ci siamo vicini.
Sinner ha vinto settanta partite nel 2024, stando sul divano può anche sembrare un numero importante. Ma dietro questo successo ci sono fatica, il lavoro, la dedizione e la passione che portano a girare il mondo, alimentarsi bene, abituarsi ai fusi orari, pagare uno staff e nutrire la mente del concetto di vittoria, la ricetta del campione. E dentro ci sono il rispetto e la buona educazione, che questo ragazzo – segno zodiacale Leone – ha nel sangue. Un campione può essere ridanciano come Tomba, eclettico come Tamberi, riservato come Riva, folle come tanti, ma in questo ragazzo ci sono le doti che tutti sognano per un figlio, un fratello, un amico. Sinner è un amico degli italiani, anche di quelli che parlano di tasse, di soldi, di doping, Sinner ha vinto in campo e fuori e mostra il lato migliore dell’Italia. E da domani, da subito, maglia azzurra e via, c’è la Coppa Davis. Abbiamo ancora voglia, Jannik.