«Il caso di Sinner era lontano un milione di miglia dal doping. Dalla documentazione scientifica che abbiamo ricevuto emergeva come questo non fosse un caso di doping intenzionale, nemmeno in micro-dosaggi».

A fare chiarezza è Ross Wenzel, General Counsel della Wada, che risponde alle polemiche di diversi tennisti (in primis Novak Djokovic, le stupidaggini di Kyrgios neanche vanno prese in esame) e respinge qualsiasi ipotesi di trattamento speciale riservato al numero 1 del mnondo.

Tuttavia, secondo l’Agenzia Mondiale Antidoping il tennista altoatesino andava in qualche modo “punito” per ribadire la responsabilità dell’atleta anche per le azioni del proprio staff.

I termini della squalifica, spiega Wenzel, erano appropriati per il caso e non sono stati decisi tenendo conto del calendario: «Le sanzioni che imponiamo sono cieche al calendario».

La sospensione dell’altoatesino è iniziata il 9 febbraio e durerà fino al 4 maggio: non salterà Slam e tornerà in tempo per partecipare agli Internazionali d’Italia a Roma.

«La Wada – ha aggiunto Wenzel - ha ricevuto messaggi da coloro che ritengono che la sanzione sia stata troppo elevata. Se alcuni affermano che è ingiusta nei confronti dell'atleta e altri che non è sufficiente, forse significa che, sebbene non piacerà a tutti, magari è quella giusta. Quando esaminiamo questi casi, cerchiamo di analizzarli dal punto di vista tecnico e operativo, e non lo facciamo con la paura di ciò che diranno l'opinione pubblica, i politici o chiunque altro».

Sul presunto trattamento di favore nei confronti del numero 1 al mondo, Wenzel precisa: «Ho contato i casi di patteggiamento da quanto è stata introdotta la possibilità. Posso sbagliarmi di uno o due, ma ne ho contati 67».

(Unioneonline/L)

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