Dopo quasi mezzo secolo l’Italia piazza un acuto Slam: esattamente 48 anni dopo Adriano Panatta, Jannik Sinner battendo in un’epica rimonta Danil Medvedev vince uno dei quattro principali tornei di tennis. 

La partita

Favorito dopo il percorso quasi netto nel torneo, culminato con la grande vittoria in semifinale su Novak Djokovic, l’altoatesino viene sorpreso da una partenza fulminante del russo. Medvedev, memore delle ultime sconfitte con l’azzurro, stravolge il suo gioco: abituato a colpire in braccio ai tabelloni pubblicitari, il russo gioca una partita molto aggressiva, con i piedi ben saldi sulla linea di fondo anche in risposta. Sinner, sorpreso, sembra aver perso il suo tocco magico, e si ritrova di colpo sotto 6-3, 5-1. Prime avvisaglie di ripresa nel finale del secondo set, che l’azzurro perde comunque per 6-3.

E dal terzo inizia un’altra partita. Sinner cresce, al servizio e coi colpi da fondo, Medvedev non riesce più a tenere quel ritmo forsennato ed è costretto ad arretrare il suo raggio d’azione e a remare. Lo fa anche bene, ma Sinner diventa implacabile: più preciso nel palleggio, dominante al servizio, prende il controllo degli scambi anche in risposta e piazza il break decisivo al decimo game sia nel terzo che nel quarto set.

L’inerzia della partita è cambiata, e nel parziale decisivo ci si aspetta solo il colpo del ko di Sinner, che piazza il break decisivo al sesto game e dopo 3 ore e 46 minuti di gioco con un dritto lungolinea vincente chiude la partita, si lascia cadere a terra, abbraccia Medvedev, sale sulla balaustra e si stringe in un bellissimo abbraccio con il suo staff: 3-6, 3-6, 6-4, 6-4, 6-3.

Le parole del campione

«Una vittoria speciale, un torneo incredibile, due settimane fantastiche», le prime parole dell'azzurro, che si è commosso augurando «a tutti i bambini di vivere questo sogno e di avere la libertà che mi hanno dato i miei genitori».

I suoi primi ringraziamenti sono per Vagnozzi e Cahill, i due coach che lo hanno accompagnato in questo splendido percorso: «Cerchiamo di migliorare giorno dopo giorno cercando di diventare sempre più forti. Sono davvero felice di avervi con me ad incoraggiarmi e comprendermi perché a volte non è semplice, ma sono fatto così».

L’Italia ai suoi piedi

Così, grazie a Jannik, un popolo di calciofili si riscopre in una fredda domenica di fine gennaio appassionato di tennis. L’intero mondo politico, da Meloni a Schlein passando per Renzi, lo celebra. E giovedì 1 febbraio Sinner, assieme alla squadra che ha vinto la Coppa Davis (a proposito, altro trionfo che mancava dal 1976 come lo Slam), sarà ricevuto al Quirinale da Sergio Mattarella.

Gli fanno i complimenti i vertici dello sport italiano, Abodi, Malagò e Binaghi, e i rivali. «Campione dentro e fuori», scrive l’amico Matteo Berrettini, ma anche Medvedev, Djokovic, Nadal e Alcaraz celebrano l’impresa dell’altoatesino.

I record

Terzo italiano a vincere uno Slam (dopo Pietrangeli nel 1959 e 1960 e Panatta nel 1976), primo a farlo sul cemento (tutti gli altri successi erano arrivati sulla terra battuta). Più giovane italiano a vincere uno Slam.

Con 11 titoli Atp, a soli 22 anni è già il tennista italiano più vincente della storia. La sua quarta posizione nel ranking Atp (con il trionfo di Melbourne ha avvicinato tutti i rivali ma non ha superato nessuno) è la migliore mai raggiunta da un italiano, a pari merito con Adriano Panatta. Presto lo supererà.

Solo lui e Nadal hanno vinto gli Australian Open nell'era Open rimontando due set di svantaggio in finale, anche Rafa rimontò il malcapitato Medvedev.

È l’unico tennista al mondo a non aver concesso neanche una palla break a Djokovic in un match 3 su 5. Unico tennista al mondo a vincere con Djokovic una semifinale agli Australian Open: il serbo ci era arrivato dieci volte, e altrettante volte aveva vinto il torneo. Djoker inoltre a Melbourne non perdeva da 2.195 giorni, dal 22 gennaio 2018 quando, di rientro da un infortunio al gomito che lo aveva menomato per l’intero 2017, ha ceduto al coreano Chung.

Altro dato non da poco, solo 6 volte prima di lui qualcuno aveva vinto una finale Slam rimontando due set di svantaggio.

Il percorso

A vent’anni Sinner è già un top ten affermato, ma gli manca qualcosa per competere con i big e vincere i grandi tornei, quelli in cui per capirci devi battere i migliori al mondo. Agli Australian Open 2022 raggiunge i quarti di finale dove perde male con il greco Tsitsipas. Mai in partita, cede in tre set.

È uno dei turning point della sua carriera. Stabile tra i top ten a vent’anni, cosa da pochi. In molti si accontenterebbero, lui no. Vuole giocarsela alla pari con i migliori: cambia lo storico coach Riccardo Piatti e si affida a Vagnozzi e Cahill. Il suo ritmo da fondo, con colpi forti e precisi, è difficile da sostenere per molti, ma quando incontra tennisti di livello molto alto si rivela meno efficace e fa emergere tutti i suoi difetti: al servizio, a rete, nelle variazioni.

Ed è da lì che parte: inizia a rendere il suo gioco più vario (scende di più a rete, migliora il back di rovescio e le smorzate), diventa più aggressivo e inizia a giocare con i piedi costantemente sulla linea di fondocampo, migliora il servizio e lavora sul suo fisico, cosa che probabilmente gli procura anche qualche infortunio. Il 2022 è un anno di transizione, il suo tennis più rischioso lo porta a sbagliare di più: raggiunge tre quarti Slam ma lo chiude al 15esimo posto in classifica, tanto che L’Equipe lo indica come delusione dell’anno e in molti iniziano a dubitare che si tratti di un fenomeno. Anche perché Alcaraz, più giovane di lui, se la gioca alla pari con i grandissimi, vince il suo primo Slam negli Usa e chiude l’anno da numero 1 al mondo.

Il 2023, la seconda parte in particolare, è l’anno della svolta. A Melbourne perde ancora da Tsitsipas agli ottavi, fa semi e finale a Indian Wells e Miami, gli infortuni lo frenano nella stagione su terra e a Wimbledon raggiunge la semifinale, dove viene sconfitto da Djokovic.

Non partecipa ai preliminari della Coppa Davis: in molti lo criticano ma lui ha bisogno di riposare e prepararsi al meglio in vista del finale di stagione, e l’Italia passa comunque contro avversari abbordabili. 

Poi arriva la svolta. Rientra e vince a Toronto il suo primo Master 1000. Poi vince gli Atp 500 di Pechino e Vienna sconfiggendo due volte in finale Medvedev, che lo aveva battuto in tutti i sei precedenti. Alle Finals batte per la prima volta l’altra bestia nera, Djokovic, che poi si vendica in finale ma viene nuovamente sconfitto nella Coppa Davis trionfale per gli azzurri. Chiude l’anno da numero 4 al mondo e apre il 2024 con il trionfo agli Australian Open, sconfiggendo, ancora una volta, le sue ex bestie nere.

Qualche dato: con Medvedev aveva perso 6 partite di fila, ha vinto le successive 4. Contro Djokovic fino a Wimbledon 2023 ne aveva perse 4 su 4, poi ne ha vinte 3 su 4. Più in generale: prima del 2023 aveva uno score di 9 vittorie e 21 sconfitte contro il top ten. Con la vittoria di ieri su Medvedev ha vinto 10 delle ultime 11 partite contro i top 5, unica sconfitta la finale di Torino contro Djokovic.

Numeri che rendono l’idea della svolta che ha avuto a partire dalla fine dello scorso anno la carriera di Sinner: da grande tennista a campione capace di entrare nell’olimpo mondiale di questo sport. Numeri frutto di un lungo lavoro sul fisico, sul gioco e sulla testa. Numeri destinati inesorabilmente a migliorare per quello che è già a tutti gli effetti il miglior tennista italiano della storia. 

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata