Ranieri: «Voglio guerrieri che sentano l’appartenenza all’Isola, Cagliari è una sfida che mi bolle dentro»
Conferenza stampa del nuovo allenatore: «Ho superato l’egoismo. Ai tifosi dico: spingeteci, noi daremo il massimo». Nainggolan? «Vuole tornare, ma non sappiamo niente»Claudio Ranieri, sbarcato all’aeroporto di Cagliari in mezzo a una bolgia di tifosi, parla nella sua prima conferenza stampa dalla Unipol Domus.
«Sono contento, felice e entusiasta di poter sedere ancora una volta sulla panchina del Cagliari». Poche parole, semplici, per Claudio Ranieri, per iniziare.
IL RITORNO. «Dentro di me c’era un maremoto, c’erano emozioni indelebili del mio precedente viaggio. A un certo punto ho levato la parte egoistica. Cagliari è la città che mi ha fatto diventare grande: ero un ragazzo di 37 anni, ero arrivato in serie C, avevo tante domande. Abbiamo fatto quella cavalcata, in due anni arrivammo in serie A. Ho sempre portato la Sardegna e Cagliari, e i suoi tifosi, in ogni squadra dove sono andato, anche nei momenti bui c’era la forza del Cagliari che mi dava la spinta per tenere duro». E ha aggiunto: «Tutti questi miei ricordi mi mettevano paura. Mi chiedevo: perché devo tornare e sporcare quel ricordo bellissimo? Poi ho pensato: perché sei così egoista, e non pensi al Cagliari in difficoltà?».
LA SPINTA EMOTIVA. «Il figlio di Riva mi scriveva: “Tutti ti vogliono, ti aspettiamo. Hai paura di sporcare i ricordi? Anche papà è entrato come presidente onorario e nessuno si è dimenticato di quello che è stato come giocatore. Quello che è stato nessuno te lo può cancellare”. Tutto questo mi ha portato a dire: sì, accetto».
LA MISSIONE. «Sono grato al presidente che mi ha riportato sull’isola: tutto questo entusiasmo lo devo tramutare in punti, sono stato chiamato per fare punti. Ci sono difficoltà, ma ho tanto entusiasmo, ho voglia. Non vedo l’ora di sentire il pubblico che ci sostiene. Ai tifosi voglio dire: se giochiamo male, stateci dietro. Non c’è peggior cosa di sentire i tifosi mormorare: durante la partita soffiateci dietro. Quando si affronta il Cagliari, tutti lo voglio battere. Soprattutto qui in casa, che le squadre vengono più chiuse. Noi giocheremo ogni volta per cercare di vincere. Voglio una squadra che senta l’appartenenza dell’Isola. Questa è una sfida che mi bolle dentro, sennò non sarei tornato».
I GUERRIERI. «L’Atletic Bilbao ha solo giocatori baschi. Io voglio giocatori che sentono l'appartenenza alla Sardegna. Poi viene la parte tecnica. Voglio giocatori che vogliono stare qua, se uno non se la sente lo accompagno: io voglio solo guerrieri. Abbiamo un mese a disposizione, non dobbiamo sbagliare i giocatori che porteremo sull’Isola».
NAINGGOLAN. «Di Nainggolan ho letto: noi non ne sappiamo nulla, anche se lui spinge per tornare».
IL FUTURO. «Io per carattere voglio sempre tutto e subito: logico che partendo con l’handicap cercheremo di fare il nostro meglio. Io prometto entusiasmo, amore e lavoro, lavoro e lavoro. Il contratto lungo è per cercare di trovare i giocatori giusti del Cagliari del futuro. Sono venuto qui per cercare di tracciare una linea».
L’ANALISI. «Il Cagliari visto da fuori mi sembrava una squadra che non si è inventata. Quando scendi di categoria tutti ti vogliono battere e tutti sono andati a vedere dove fosse il Cagliari. Quello che voglio capire è se questi ragazzi hanno capito che sono in serie B. Dobbiamo conquistare ogni singolo centimetro, come diceva Al Pacino».
MODULO. «Nessun modello di gioco. Abbiamo due grandi attaccanti e io li voglio tenere. Loro devono aiutarsi l’uno con l’altro, sono poche le squadre con bocche da fuoco così importanti. Tocca a loro confermarmi che deve essere così. Spesso bisogna poter cambiare sistema di gioco, per cercare di sorprendere l’avversario.
LA RINCORSA. «La classifica è veritiera e ti dice qual è il valore attuale della squadra. Io cercherò di prendere le due lepri là davanti. Quello è il mio obiettivo, devo avere l’ambizione di provarci. Chiederò ai miei di dare il massimo in ogni allenamento. Poi puoi sbagliare la partita, ma se ti alleni a 100 all’ora giocherai a 90, o a 110 all'ora. Solo così si ottiene qualcosa».
AMARCORD. «Se avessi la macchina del tempo, porterei qui ora Matteoli. La prima cosa che dirò ai miei giocatori non lo so. Quello che sento lo devo dire, non so fingere, sono trasparente. Il Diliding Dilidon, da quando ho vinto a Leicester, non lo uso più, non so perché».
I GIOVANI. «Chi mi dimostra che lega con il suo compagno di reparto per me gioca, non guardo né stipendio né età».
TIFOSI. «L’entusiasmo è una cosa buona, ma dobbiamo sapere da dove ripartiamo. Ai tifosi dico: stateci vicino, non chiedeteci la luna. Quello lo farò nello spogliatoio, chiederò anche il sole e il mare».
L’ALLENAMENTO – Oggi pomeriggio prima seduta diretta dal neo mister rossoblù Claudio Ranieri. La squadra è scesa in campo per svolgere inizialmente degli esercizi di attivazione. A seguire serie di partitelle 4 contro 4 e una partita giocata su spazi ridotti. Ultima parte dedicata alla fase atletica. Lavori atletici individuali per Alessandro Di Pardo, Marco Mancosu e Marko Rog.
Domani è in programma una doppia sessione di allenamento.
LO STAFF TECNICO – Nello staff tecnico entrano il vice allenatore Paolo Benetti, il preparatore atletico Massimo Catalano e il collaboratore Vitantonio Pascale.
Benetti, classe 1965 di Cormano, ha un passato da calciatore professionista prima di iniziare nel 2005 la carriera di allenatore nelle giovanili della Lazio. Dal 2007 ricopre con continuità il ruolo di vice di mister Ranieri.
Catalano, classe 1974 di Eboli, dopo Palermo e Fiorentina ha fatto parte per dieci anni dello staff tecnico della Sampdoria, in cui è entrato nel 2012. Pascale, classe 1982, nato a Bari, ha all’attivo le esperienze con Bari, Nantes, Fulham, Nizza (nelle giovanili) e Genoa. Entrambi hanno già lavorato con Claudio Ranieri: Catalano alla Samp nelle stagioni 2019-20 e 2020-21; Pascale al Nantes nella stagione 2017-18 e al Fulham, stagione 2018-19.
(Unioneonline/E.Fr.)