«La squadra sta bene mentalmente. Certo, nessuno di noi è contento per la classifica. Ma vederli in allenamento è uno spettacolo da quanto spingono. Così, io motivo loro e loro motivano me». Dalla sala stampa della Club House di Asseminello, nel giorno del suo settantaduesimo compleanno, Claudio Ranieri lancia la sfida alla Salernitana.

Non una partita come le altre, ma nemmeno decisiva. «Io lo so che dovrò lottare sino all’ultima giornata», quasi mette le mani avanti l’allenatore del Cagliari, «e mi auguro di salvare questa squadra. Non molleremo mai». E l’affetto della gente, tra cui tanti suoi ex giocatori, è uno stimolo in più. «L’affetto fa bene, soprattutto in un momento difficile. Perché questo, è innegabile, è un momento difficile. A una certa età le sconfitte, poi, pesano di più».

Aspettando Nandez, tutti i nazionali, eccetto Hatzidiakos, sono abili e arruolabili. «Luvumbo sta bene, finalmente Mancosu si sta allenando con continuità. Oggi pure Lapadula ha svolto l’intero allenamento col gruppo e potrebbe chiedere di partire a Salerno per stare insieme alla squadra, anche se non potrà giocare». Per una sfida così importante serve il sostegno di tutti, sia tecnico che morale. Anche perché il Cagliari sa che troverà un ambiente particolarmente caldo domenica allo stadio Arechi, oltre a una squadra agguerrita. «Sotto certi aspetti è bello e stimolante giocare in piazze così calde. L’incognita più grande, semmai, è il modo in cui giocherà la Salernitana visto che Inzaghi ha iniziato da quattordici giorni».

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