Ha rinnovato il contratto che lo lega al club rossoblù, spalmandosi l’ingaggio fino al 2024. Adesso non è più solo un’indiscrezione: Leonardo Pavoletti resterà al Cagliari. Sarà Liverani a studiare come inserirlo negli schemi d’attacco dei rossoblù. Di sicuro, dopo cinque stagioni vissute sempre sul filo del rasoio, il bomber livornese vuole non solo tornare a essere protagonista, ma aiutare la squadra della città dove ha scelto di comprare casa e di trasferirsi con la famiglia a tornare a calcare i campi della Serie A: “Sono entusiasta di combattere ancora per questa maglia”.

Una questione sentimentale, quindi. Resa indissolubile dal desiderio di riscatto dopo la nefasta partita di Venezia, quella della retrocessione tra i cadetti. Dimenticare Venezia e ripartire: “Uno dei momenti peggiori della mia carriera e della mia vita – ha aggiunto -. Credo che l’unico modo per ripartire sia il silenzio, con la testa al campo ogni giorno. Dobbiamo imparare, meccanizzare quello che ci chiede il mister e farci trovare pronti dalla Coppa Italia in poi essere presenti per ogni secondo di ogni partita, giocando da uomini. Vedo un’attenzione particolare anche da parte del nuovo staff”.

Che cosa si augura da questa stagione? Risposta laconica: “Che la squadra venga formata il prima possibile. Dai senatori quello che mi auguro è che chi si sente di rimanere decida, altrimenti faccia altre scelte. Joao? Con lui sarebbe tutto più facile, ma è giusto che valuti. Su di lui sono state dette cose inesatte, ci tiene alla città e alla squadra. È stato il nostro condottiero”.

Pavoletti sa che sarà un campionato difficile, che la Serie B, nella prossima stagione, sarà una sorta di A2. Ma è pronto a combattere: “Con la città il legame è forte dall’inizio – chiude -. Sarà difficile portare via da Cagliari la mia futura moglie Elisa. Non penso a questo contratto come un legame con cui chiuderò la mia carriera. Spero di godermi questa stagione e di togliermi molte soddisfazioni con la squadra. Non possiamo nasconderci: salire sarà difficile, ma questa terra merita la Serie A”.

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