“Ho sognato tante di quelle volte di tornare a Cagliari che ora ho il terrore di potermi svegliare da un momento all’altro. Per fortuna, ci sono già tanti particolari che lo testimoniano”. A cominciare dal gol contro il Cittadella che ancora scuote la città, la sua città.

Marco Mancosu si prende tutto di questa nuova sfida, compresa la pressione. “Già dopo una partita dormo poco, figurarsi domenica sera”.

Della rete, ammette il 34enne centrocampista sardo nel corso di una conferenza stampa alla Unipol Domus, ricorda poco o nulla. “Ho preso una tranvata in faccia dal portiere, sentivo dolore e non riuscivo a capire”, rivela. “Poi ho sentito il boato dello stadio e ho pensato, ho segnato davvero. E mi sono detto: ho sognato così tanto questo gol sotto la Nord, non posso non esultare”.

Quindici anni dopo il primo in rossoblù. “Ne è passata di acqua sotto i ponti. Quella volta era stato quasi facile arrivarci nel Cagliari, dalla Primavera. Era l’ultima di campionato, non c’era nulla in ballo. Ora ci arrivo da uomo vissuto”. E ritrova l’allenatore Fabio Liverani con il quale ha condiviso un triennio straordinario a Lecce. “La sua metodologia di lavoro e il suo modo di interpretare il calcio”, sottolinea Mancosu, “sono perfetti per le mie caratteristiche”.

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