Mentre la Serie C attende l’esito dell’esame delle domande di ammissione delle aventi diritto, che non arriverà prima di lunedì, e il Milan Under 23 si prepara a prendere il posto dell’inadempiente Ancona, l’Olbia si appresta ad accantonare il sogno ripescaggio e a organizzare la prossima stagione in Serie D.

Se anche dovesse saltare qualche altro club, la graduatoria non premia quello gallurese, retrocesso da ultimo in classifica con 26 punti dopo 8 stagioni tra i professionisti. Così le priorità della proprietà svizzera, concentrata fino a pochi giorni fa sul ripescaggio, cambiano, spostandosi sul pagamento degli stipendi, rinviato a data da destinarsi dal momento che si è scoperto che la scadenza federale è il 10 luglio ma tornato d’attualità dopo il blitz dei tifosi.

Lo slittamento del saldo delle spettanze non solo non è piaciuto agli amministrativi, in ritardo di due mensilità, ma ha rappresentato per alcuni la conferma della voce secondo la quale SwissPro non avrebbe i soldi per garantire un futuro all’Olbia, sollecitando un faccia a faccia tra parte della curva e il presidente Guido Surace. «In merito alla notizia sul blitz dei tifosi confermiamo che c’è stato un colloquio in toni civili con il presidente. I tifosi hanno chiesto rassicurazioni sulla struttura societaria e sugli stipendi dei dipendenti. Nessun atto intimidatorio, ma un dialogo civile», è la breve nota della società sull’episodio, che dà l’idea della tensione che si respira intorno all’Olbia Calcio.

Se vuole evitare di mancare l’appuntamento con la Serie D e peggiorare una situazione già critica, SwissPro deve mettere mano al portafoglio e dimostrare alla piazza che è in grado di fare quanto promesso, ovvero evitare la bancarotta e costruire la squadra per tornare subito in Serie C.

È il momento di trovare le soluzioni, il processo alle responsabilità può attendere.

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