Chi sale: Boris Radunovic

Rischia di andar sotto già al secondo giro di lancette sul tocco ravvicinato dell’ex Tramoni. Arrivare ci arriva, ma la palla resta lì, a portata di pisano, e se non ci fosse stato l’intervento (provvidenziale) del compagno Di Pardo, la partita avrebbe preso da subito una brutta piega. L’aitante portiere serbo dimostra comunque di essere sul pezzo, la serata thriller di Ascoli sembra una vita fa. Lucido, reattivo, gestisce senza sbavature l’ordinaria amministrazione in un primo tempo abulico e per questo imprevedibile. Come l’erroraccio di Altare in avvio di ripresa, sul quale può poco o nulla. Fa tanto, tantissimo, invece, a cinque minuti dal novantesimo, sulla staffilata di Touré. Parata spettacolare e - manco a dirlo - decisiva. Meglio non pensare, infatti, agli effetti che avrebbe avuto un gol dei toscani in quel momento.

Chi scende: Giorgio Altare

Più che un calo, è un crollo. Già nelle gare precedenti aveva mostrato evidenti segni di instabilità, il fatto poi di giocare sempre e comunque, forse, non gli ha permesso di lavorare sui propri limiti e di gestirsi anche dal punto di vista fisico. Paradossalmente, il retropassaggio infausto col quale ha mandato in rete Morutan è solo la più clamorosa di una serie di interpretazioni sbagliate, al di là dell’approccio e del livello di attenzione che aveva in quel momento. Irruento e scomposto per tutta la gara. Poi è vero che in prima linea è un martello, e quando sale la pressione si esalta. Intercetta quasi tutti i palloni, la maggior parte, pero, finiscono poi sul piede dell’avversario. E siamo punto e a capo. Forse dovrebbe rifiatare. E il cambio con Obert nell’ultima mezz’ora contro il Pisa, potrebbe essere un’anteprima di Frosinone.

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