Chi sale: Christos Kourfalidis

È un vulcano in eruzione, un concentrato di quantità e qualità. Ha solo vent’anni, ma gioca ogni palla con la personalità di un trentenne e anche quando sbaglia un passaggio o perde un duello (più o meno importante) riparte subito a testa alta. Ignorato per quattro mesi da Liverani, subito promosso da Ranieri che ieri a Cittadella nel dopo gara lo ha esaltato pubblicamente definendolo “il nipotino di Barella”. Gamba, testa, piede. Il greco racchiude un po’ tutte le caratteristiche del centrocampista moderno e non ha patito minimamente il passaggio dalla Primavera (di cui era il capitano, guarda caso) al calcio che conta nel quale già si era affacciato ai tempi di Mazzarri (prima che la situazione degenerasse). E ora che si è preso il Cagliari di prepotenza, sarà difficile farne a meno.

Chi scende: Filippo Falco

Ha vinto il ballottaggio con Luvumbo, ma ha perso la sfida più importante, quella con il portiere Kastrati. Una chance, ieri a Cittadella, sfruttata solo in parte, dunque, dall’ex Stella Rossa che non aveva giocato nemmeno un minuto nella gara d’esordio di Ranieri con il Como. Più trequartista che seconda punta. Nel primo tempo soprattutto ha provato a fare da collante tra il centrocampo e Lapadula cercando a più riprese anche la soluzione personale. Due volte l’estremo difensore albanese gli ha sbattuto la porta in faccia, più volte si è inceppato lui sul più bello. Per poi calare vistosamente nella ripresa. È stato così il primo a uscire, sconsolato, ma Ranieri potrebbe concedergli un’altra opportunità già venerdì sera alla Unipol Domus contro la Spal.

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