Chi sale: Giorgio Altare

La sua rabbia è contagiosa, quando poi entra in trance agonistica sembra quasi un supereroe. È un po’ il simbolo della rinascita rossoblù. Con Liverani era l’ombra di se stesso e commetteva errori al limite dell’imbarazzo, oggi con Ranieri è uno dei trascinatori, addirittura decisivo contro la Spal. Uno dei motivi è il passaggio alla difesa a tre dove l’ex giocatore dell’Olbia si trova indubbiamente a suo agio. Gol pesante in avvio di gara, avrebbe meritato anche il secondo per come ha cercato e trovato l’angolino basso (ma l’azione era viziata da un fallo di Lapadula). È vero, in occasione del pareggio di Celia non è stato proprio impeccabile, ha fatto saltare la linea e lasciato campo libero allo spallino complice l’immobilismo di Nandez. Resta una partita speciale. La sua partita.

Chi scende: Marko Rog

Forse il problema non è solo fisico, forse l’ostacolo più difficile da superare è mentale. Sembrava pronto a riprendersi il posto da titolare già a Cittadella, venerdì contro la Spal Ranieri gli ha preferito addirittura Lella schierandolo solo nei minuti finali. E quando è entrato, lui ha fatto ben poco per farsi rimpiangere. Si è divorato addirittura il gol del 3-1 a tu per tu col portiere. Doveva essere la stagione del suo rilancio dopo il doppio infortunio al crociato, si era spalmato persino l’ingaggio per la causa rossoblù. Sin dal ritiro estivo, però, ha faticato a trovare continuità anche negli allenamenti complice una serie di acciacchi a catena, l’ultimo alla coscia lo ha costretto a star fuori due mesi e mezzo. È uno dei pochi in rosa che può far fare il salto di qualità alla squadra, prima, però, deve ritrovare se stesso.

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