Moriva esattamente vent’anni fa a Roma Sandro Ciotti, la voce più famosa della storia di “Tutto il calcio minuto per minuto”.

All’anagrafe Alessandro, nasceva nella Capitale nel 1928 ed ebbe come padrino di battesimo il poeta romanesco Trilussa. Il padre morì in maniera tragica nel 1943 quando lui aveva solo 15 anni, a causa di una leptospirosi fulminante contratta nelle acque del Tevere dopo essersi ferito mentre praticava il canottaggio.

Dopo una discreta carriera da calciatore tra le giovanili della Lazio, la Viterbese, il Frosinone, l’Anconitana, il Forlì e il Terracina, a metà anni ‘50 inizia la sua carriera da giornalista.

Nel 1960 commentò la prima partita in radio, Danimarca-Argentina, match valido per le Olimpiadi di Roma. Ciotti non è stato solo un cronista sportivo: ha seguito diverse edizioni di Sanremo e nel 1967 è stato il primo a dare in radio la notizia della morte di Luigi Tenco, suo amico e personaggio su cui incentrerà anche un suo documentario per la tv.

Tanto ha fatto, per la radio e la televisione, ma è ricordato soprattutto come la voce che ha accompagnato milioni di italiani che seguivano in radio le partite del campionato di Serie A. Una voce roca, graffiante, inconfondibile: come da lui stesso testimoniato, le sue corde vocali subirono un edema durante le Olimpiadi di Città del Messico 1968 dopo 14 ore di diretta sotto la pioggia. Una menomazione che non lo danneggerà, anzi diventerà il suo tratto caratteristico che lo renderà riconoscibile a tutti.

Ironico e arguto, nei suoi servizi e nelle sue dirette inseriva spesso sue battute e osservazioni. Tra le frasi che lo resero celebre il «Clamoroso al Cibali!» durante Catania-Inter e «Santo Dio, era ora» al gol del pareggio di Roberto Baggio nei minuti finali degli ottavi di Usa ‘94 contro la Nigeria.

Fu Sandro Ciotti nel 1970 ad annunciare in radio la matematica conquista dello scudetto del Cagliari. E fu proprio Cagliari-Parma, partita dell’ultima giornata della stagione 1995-96 vinta dai sardi per 2-0 (autorete di Sensini e rigore di Oliveira), la sua ultima radiocronaca.

Si congedò così dagli ascoltatori: «Soltanto 10 secondi per dire che quella che ho appena tentato di concludere è stata la mia ultima radiocronaca per la Rai, un grazie affettuoso a tutti gli ascoltatori, mi mancheranno».

È morto al policlinico Agostino Gemelli di Roma il 18 luglio 2003, dopo una lunga malattia, all'età di 74 anni.

(Unioneonline/L)

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