L’ultimo ballo, Datome, se l’è regalato a Manila. Con la sua maglia preferita, quella della Nazionale, indossata per la 203esima volta (decimo di sempre) contro la Slovenia di Luka Doncic. Gigi, il più forte sardo ad aver mai giocato a pallacanestro, lascia il basket dopo una carriera stellare, iniziata nelle giovanili della Santa Croce Olbia, impreziosita dal successo europeo col Fenerbahce e dalla doppia esperienza oltreoceano con le maglie di Detroit e Boston, e conclusa da vincente, a Milano.

Poi, dopo un mondiale eccezionale (col picco più alto raggiunto con la vittoria sulla Serbia), l’addio: «Questa è stata una delle estati più belle della mia vita», dice Datome a fine gara, dopo la standing ovation ricevuta a 3:36 dalla fine. «Lascio senza rimpianti e sono convinto della mia scelta. Stasera stava andando tutto bene, poi all'inno nazionale mi sono emozionato e non ce l'ho fatta. Ringrazio tutti per l'affetto che mi è stato dimostrato, dai compagni di squadra, al Poz, allo staff e stasera anche agli avversari che si sono fermati per applaudirmi».

Poi, il passaggio di consegne: «Abbiamo provato a vincere per chiudere meglio ma sono molto orgoglioso per quanto ha fatto questo gruppo entrando nelle prime otto squadre del mondo. Ora», prosegue l’olbiese, «avrò più tempo da dedicare a ciò che conta veramente nella vita, ovvero ciò che c'è fuori dal rettangolo di gioco. Una delle mie più grandi fortune è stata avere come compagno un amico vero come Nicolò Melli. Da qualche tempo sta già facendo il capitano. È un leader e lo merita. Questa squadra ha dimostrato di poter competere ad alto livello e sono certo che i ragazzi potranno ancora migliorare. È stato un onore».

Un percorso straordinario, quello di Datome nel mondo del basket, dentro e fuori dal campo. L’applauso è anche del ct azzurro, Gianmarco Pozzecco: «Gigi è una leggenda, lo ripeto ancora una volta. E io sono molto fortunato ad essere qui. Lo ringrazio per quanto fatto e non lo dimenticherò mai. Ognuno può scegliere le modalità con cui raggiungere i propri obiettivi. Gigi ha scelto di essere una persona esemplare. È unico».

(Unioneonline/L.Ne.)

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