Il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio), Thomas Bach, ha detto di essere stato “molto turbato” dalla prova della russa Kamila Valieva nella finale di pattinaggio libero, quando la 15enne è caduta più volte ed ha concluso in lacrime una gara disastrosa, schiacciata dalla pressione dello scandalo del doping che l'ha travolta e della conquista dell'oro a tutti i costi.

“Ero molto turbato quando l'ho vista in tv”, ha affermato Bach, che poi ha puntato il dito contro gli allenatori della ragazza, che l’hanno trattata con “tremenda freddezza” al termine della prova.

Dopo che la Valieva, visibilmente sconvolta, ha terminato la sua routine, la sua allenatrice Eteri Tutberidze ha chiesto ripetutamente sua pupilla “Perché l'hai lasciato andare, perché? Dimmelo", disinteressandosi del suo stato emotivo.

“E' stato agghiacciante vedere come è stata accolta dall'entourage più vicino”, ha detto Bach in conferenza stampa. “Tutto questo non mi dà molta fiducia in questo stretto entourage di Kamila, né per quanto riguarda quanto accaduto in passato, né per quanto riguarda il futuro”.

“Spero che abbia il sostegno della famiglia e degli amici”, ha continuato Bach, ribadendo che il cio aveva chiesto alla Wada di indagare sugli allenatori e consulenti della giovanissima pattinatrice.

Rispondendo a una domanda di un giornalista russo sul fatto che il Cio avesse qualche responsabilità per quello che è successo, Bach ha osservato che “c'è un campione A positivo e questo campione A positivo deve essere affrontato e non lo stavamo ignorando. Stiamo seguendo lo stato di diritto e abbiamo a che fare allo stesso tempo con una minorenne, con una ragazza di 15 anni che ovviamente ha una droga che non dovrebbe essere nel suo corpo. E quelli che le hanno somministrato questo farmaco nel suo corpo sono colpevoli”.

Il caso Valieva ha puntato i riflettori sulla partecipazione della Russia ai Giochi olimpici, mettendola ancora nel mirino a causa del massiccio programma antidoping sponsorizzato dallo Stato che ha raggiunto il suo apice alle Olimpiadi invernali di Sochi del 2014: non a caso, gli atleti russi gareggiano a Pechino sotto la bandiera del Comitato olimpico russo. 

STOP 15ENNI AI GIOCHI – Intanto si inizia a studiare una norma per vietare ad atleti così giovani di partecipare ai Giochi olimpici. Il prossimo congresso della Federazione mondiale degli sport del ghiaccio (Isu) discuterà infatti l'innalzamento dell'età per partecipare a un grande evento, con un minimo di 17 anni, per passare a 18.

“L'Italia sostiene questa necessità insieme a molti Paesi”, ha affermato il presidente della Federghiaccio Andrea Gios, in merito alla vicenda della 15enne russa che potrebbe accelerare la riforma in vista di Milano-Cortina 2026. “Non è utile per il nostro sport avere campioni di 15 anni che l'anno dopo spariscono. I campioni devono rimanere nella storia, come Katarina Witt, Carolina Kostner”, ha osservato Gios. 

(Unioneonline/L)

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