Un tuffo oltre gli ostacoli, un salto dalla terra ferma all'acqua di una piscina, per dare alle persone con disabilità l'occasione di mettersi in gioco nello sport.

Non è un progetto qualunque quello nato dalla collaborazione tra il Comune di Porto Torres, l'Istituto comprensivo numero 2 e le associazioni del territorio, ma un'opportunità per gli studenti di immergersi nella conoscenza di nuove sfide nel mondo sportivo e della disabilità.

Per tre mesi gli alunni delle classi terze della scuola media di Monte Angellu si cimenteranno in una disciplina sportiva simulando di essere portatori di disabilità, confrontandosi con diversi campioni di sport paraolimpici come Francesca Secci, mentre gli studenti delle scuole elementari Bellieni e De Amicis proveranno la parte propedeutica.

Martedì il primo test in piscina, con una lezione in acqua al buio: i ragazzi si sono immersi bendati e con gli occhialini oscurati senza poter vedere per simulare la nuotata dei non vedenti.

Altri ancora hanno simulato il nuoto con la privazione degli arti.

Il tutto coordinato da Manolo Cattari psicologo dello sport, e supervisore del progetto AlbatroSS diretto alla rieducazione attraverso la scuola nuoto, supportato da Danilo Russu allenatore e referente dello sport paraolimpico utilizzato.

Il progetto si chiuderà con un momento di confronto tra i bambini della scuola elementare e ragazzi delle scuole medie, questi ultimi veri istruttori della disciplina paraolimpica specifica per le primarie e con la costruzione della Carta dei diritti per la persona con disabilità nello sport: diritto alla accessibilità, al divertimento e ad avere uguali opportunità.

Un prodotto finale che verrà presentato in occasione di un convegno in programma nel mese di marzo. Collaborano al progetto Giusi Piredda, presidente della Federvolley, il Gruppo sportivo disabili in carrozzina di Porto Torres, Alessandro Dessì allenatore non vedenti e il progetto AlbatroSS.
© Riproduzione riservata