Il suo record è 2 metri e 45 centimetri. Ma è anche il record del mondo di salto in alto. Da 30 anni. Gli altri si sono solo avvicinati e non si intravede ancora all'orizzonte chi potrebbe superare questa misura. Javier Sotomayor, cubano, nato nella provincia di Matanzas, ha 55 anni ed è naturalmente un'icona dello sport mondiale, considerato unanimemente il più grande saltatore in alto di tutti i tempi. Sotomayor vive tra Cuba e Spagna, allena suo figlio, che è già più di una promessa. All'Havana, nel quartiere Miramare,  l'ex olimpionico gestisce un locale rinomato. Il suo nome? 2 e 45. Manco a dirlo.

Un record che resiste da 30 anni. Se lo aspettava?

«Ovviamente la cosa mi fa piacere, ma a dir la verità non mi aspettavo che durasse così a lungo. Ad ogni modo prima o poi  qualcuno varcherà questa misura ed io sarò il primo ad esserne contento. Anche se mi rendo conto che è difficile e si tratta di uno scoglio importante da superare. Anche psicologico».

Attualmente c'è qualcuno che potrebbe battere questo record?

«Ci sono ottimi saltatori, di grande livello internazionale, come il vostro Timperi o il qatariota  Barshim, però attualmente mi sembrano un po' lontani. Magari poi mi smentiranno e ne sarò ben lieto».

Lei ha vinto un'Olimpiade, Barcellona 1992, ma ne avrebbe potuto vincere altre due. Rimpianti?

«Cuba non partecipò a queste manifestazioni. Ma non entro in questioni politiche che non mi appartengono. Nella mia lunga carriera ho avuto grandi soddisfazioni, ho vinto tutto ciò che c'era da vincere e sono grato al mio Paese».

A Barcellona però è stata dura.

«Vincere un'Olimpiade non è mai facile. Ti giochi tutto in una gara e lo stress a volte potrebbe  giocare brutti scherzi. Io ci sono riuscito e per me, per Cuba, è stata una gioia enorme».

Qual è lo stato dello sport cubano?

«Lo sport cubano è sempre una bella realtà. Anche se attualmente vive un momento difficile, che riflette il momento delicato che sta attraversando il Paese. Ma sapremo uscirne. Come sempre».

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