E ora tutti i sospetti, le accuse neanche tanto velate arrivate dalla stampa d’Oltremanica all'indomani dell’impresa degli azzurri, tornano indietro come un boomerang.

Anche il secondo campione analizzato del velocista britannico CJ Ujah è risultato positivo al doping, precisamente alle sostanze Ostarine e S-23.

Lo sprinter 27enne faceva parte della staffetta 4X100 britannica bruciata sul filo di lana da Filippo Tortu, che aveva strappato agli inglesi l’oro per un solo centesimo.

L’atleta, già sospeso dopo il primo controllo, verrà ora squalificato. E il Tas dovrà riscrivere la classifica della gara. Le regole delle Olimpiadi vogliono che "laddove l’atleta che ha commesso una violazione delle regole antidoping abbia gareggiato come membro di una staffetta, la staffetta sarà automaticamente squalificata dall’evento in questione”, e che “tutti i titoli , premi, medaglie, punti e premi in denaro” vengano revocati.

Nulla cambia per il fantastico quartetto azzurro: Patta, Jacobs, Desalu e Tortu potranno continuare a stringersi al petto quella incredibile medaglia d’oro. I britannici invece dovranno rinunciare all’argento, che va dunque al Canada. Sale sul podio anche la Cina, medaglia di bronzo.

Con buona pace dei media d’Oltremanica, che ricamarono articoli con pesanti accuse, dubbi e perplessità per l’impresa del quartetto azzurro.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata