Per poco meno di quaranta secondi, tutto lo stadio Luigi Ridolfi di Firenze è come se fosse rimasto incantato nel vederli sfrecciare sul tartan. La magia della staffetta 4x100 consente questo e molto altro, soprattutto quando si è i campioni olimpici in carica con elementi quali Lorenzo Patta, Fausto Desalu e Filippo Tortu. Un Filippo Tortu che, domenica scorsa al suo esordio stagionale, ha concluso con autorevolezza la frazione conclusiva della staffetta portando gli azzurri a vincere con un crono di assoluto rispetto come 38’’38 in occasione del Florence Sprint Festival Relays. La sua preparazione procede all'insegna di quella dedizione e meticolosità che lo hanno sempre contraddistinto e con una consapevolezza di cui ha fatto caposaldo: sono i dettagli  a fare la differenza. In questo sta l’essenza dell’atletica, disciplina dove le piccolezze possono consacrare un atleta fissando per sempre il suo nome nella storia.

Tortu partiamo dal tempo realizzato nella staffetta ovvero 38’’38: si ritiene soddisfatto o si aspettava qualcosa di più?

 «Direi che è andata bene, è stato sicuramente un buon esordio. Avremmo voluto fare qualcosina meglio ma per essere la prima gara stagionale non ci possiamo lamentare. Abbiamo ancora due occasioni per migliorarci, quindi rivolgiamo con fiducia lo sguardo ai prossimi appuntamenti in vista dei mondiali di Budapest che si terranno dal 19 al 27 agosto».

Che sensazioni aveva durante la sua frazione?

 «Molto buone, poi la frazione conclusiva mi stimola tantissimo, è sempre stata la mia preferita. Più che correre forte mi interessava correre bene e senza scompormi, per ora va bene così. Ci sarà tempo per spingere al massimo».

Come è stato tornare a gareggiare?

 «È stata una gran bella emozione, soprattutto perché il tifo era tantissimo trovandoci in Italia. Correre in una bella cornice come quella dello stadio Ridolfi di Firenze ha rappresentato un grande stimolo».

A Firenze, oltre a lei, Lorenzo Patta e Dalia Kaddari, c’era anche una giovanissima speranza della velocità sarda ovvero Elisa Marcello.

 «Esattamente, ho conosciuto di persona Elisa proprio domenica scorsa. È una ragazza determinata e con una grande passione, ha corso nella staffetta con le under 18 dimostrandosi brillante il che non è facile quando si è così giovani. Per loro, essendo ancora piccole, correre con avversarie più grandi è stato sicuramente un bel bagaglio di esperienza che sarà utile in futuro».

Sabato 13 maggio gareggerà sui 200 a Nairobi. Che tempo si aspetta?

 «Non mi pongo nessun obiettivo in particolare, è la prima gara a livello individuale che faccio quindi staremo a vedere. Diciamo che sarei contento di correre intorno ai 20’’30 poi vedremo, dipenderà anche dalle condizioni climatiche che ci saranno. Adesso bisogna pensare a correre poi una volta gareggiato si potranno trarre le prime considerazioni».

Il 24 maggio invece sarà al Meeting di Savona sui 100.

 «Proprio così e sono molto contento di questo. Penso di poter fare bene, il mio focus quest’anno saranno sicuramente i 200 ma anche i 100 sono una distanza dove voglio correre forte. Anzi, in questo momento specifico, ho più voglia di correre proprio i 100 metri tenendo conto del fatto che il mezzo giro di pista sarà l’obiettivo principale».

Il 2 giugno gareggerà al Golden Gala di Firenze?

 «Penso di sì, adesso vediamo come vanno queste prime gare».

Qualora dovesse gareggiare opterà per i 100 o per i 200?

 «È ancora tutto da definire, penso più per i 200 ma è presto per dirlo».

L’anno scorso, ai Tricolori Assoluti di Rieti giunse terzo sui 100 dietro a Marcell Jacobs e Chituru Ali: quest’anno prenderà parte ai campionati italiani?

 «Correre ai Tricolori è sempre una grande emozione, spero di esserci però bisognerà valutare strada facendo. Ancora non lo so, è un appuntamento molto lontano si terranno infatti dal 28 al 30 luglio a Molfetta,  preferisco pensare al presente: il primo obiettivo è correre bene in questa prima parte di stagione, il resto lo valuteremo in seguito».

Ultimamente ha cambiato qualcosa nella sua preparazione?

 «Fondamentalmente no, non abbiamo introdotto modifiche negli allenamenti. Siamo ancora in fase di carico, la stagione sarà molto lunga e bisogna procedere con pazienza».

Nel 2023 ricorrono i dieci anni della scomparsa di Pietro Mennea. Qual è l'elemento che più l’ha colpita della sua storia?

 «Pietro Mennea è stato uno dei più grandi sportivi di sempre, non solo per i risultati conseguiti che parlano da soli ma per la sua capacità di fare virtù degli insegnamenti appresi in tanti anni di agonismo. Di lui mi hanno sempre colpito la grandissima passione e il desiderio di mettersi sempre alla prova superando i  propri limiti, oltre a una costanza incredibile nel proprio percorso. È un punto di riferimento di valore immenso, un esempio prezioso per tutti coloro che amano l'atletica e lo sport».

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