Tra corse e architettura, la rinascita di Mattia Scalas
Il forte mezzofondista di Serramanna. “Vorrei dare continuità agli allenamenti, non ho alcuna aspettativa”
Mattia Scalas prima di un allenamento (foto Mattia Lasio)
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I momenti di difficoltà sono una costante di qualsiasi atleta, ma saperli affrontare con il giusto brio consente di vederli non come sfortune bensì come prove stimolanti: questo lo sa bene Mattia Scalas, uno degli alfieri più forti di sempre del mezzofondo sardo in piena ripresa dopo l’intervento – nel mese di giugno del 2021 – al piede sinistro a causa del Morbo di Haglund che gli causava un forte fastidio in prossimità del tendine d’Achille a causa di una crescita anomala dell’osso nella zona del calcagno. Il talentuoso atleta di Serramanna, che ha mosso i primi passi e si è fatto conoscere a livello nazionale seguito da Daniela Tocco, è ragazzo colto, dai molteplici interessi che vanno dalla musica, al volontariato alla politica: passioni che riversa nel suo modo di correre e che lo hanno portato al raggiungimento di risultati di spessore come la vittoria ai Campionati Italiani su strada Under 23 il 12 settembre 2015 nei 10 km a Trecastagni, la convocazione in Nazionale sempre tra le Promesse, oltre a tempi di tutto rispetto come 3’54’’25 sui 1500, 8’22’’43 sui 3000m 14’20’’51 sui 5000 e 30’03’’90 sui 10000.
Ha una formazione umanistica al Liceo Classico Siotto Pintor seguita dalla Laurea Triennale e Magistrale in Architettura in una Torino accogliente e a tratti malinconica, garbo nel porsi dentro i campi di atletica e al di fuori di essi. ‘’Attualmente sto facendo un Dottorato in Pianificazione Territoriale’’, racconta. “Conto di terminare per il 2023, poi vedremo cosa fare: le idee non mancano ma ancora è presto per fare progetti’’.
Un nuovo anno è giunto silente ma lesto: quali gli obiettivi del mezzofondista orgoglio di Serramanna?
“Dare continuità agli allenamenti, non ho nessuna aspettativa’’, risponde fermamente. ‘’Ho ripreso a correre a settembre dopo l'intervento e tutto procede bene: mi alleno qui a Torino dove vivo dal 2012, tra il Parco Ruffini, lo stadio Primo Nebiolo, il Parco del Valentino e il Parco Pietro Mennea. Corro tutti i giorni, quattro volte alla settimana inserisco anche la palestra la mattina cercando di far combaciare lo sport con il mio lavoro. Attualmente non sono seguito da un tecnico, mi alleno da solo ma in futuro mi farò seguire da un allenatore’’.
Cosa riserverà il 2022 nell'immediato a Mattia Scalas? ‘
“Prima di tutto il passaggio dal Cus Sassari alle Alpi Apuane del presidente Graziano Poli, con cui ho un rapporto di stima assoluta e grande rispetto. Farò qualche campestre, abbiamo la squadra per il cross lungo da 10 km, nel mentre incrementerò il carico di lavoro: attualmente mi sto dedicando ai balzi, alla forza, al fondo, alle progressioni, al medio e alle salite lunghe anche da 800 e 1000 metri nello splendido scenario di Cavoretto. Da febbraio, invece, inserirò le ripetute a scalare su pista partendo dai 3000 arrivando ai 200, poi con la primavera comincerò a dedicarmi alle prove lattacide’’.
La sua nuova stagione sarà sul tartan?
“Assolutamente sì, darò spazio in particolare alle distanze veloci, come 1500, 3000 e 5000 magari anche qualche 800 mentre d’inverno disputerò un paio di mezze per mettere su chilometri’’.
A quando la maratona?
‘’Dirlo adesso è troppo presto, io vengo dalle distanze veloci in pista e la maratona è una distanza ardua, che merita rispetto. Vedrò giorno dopo giorno cosa fare, non esordirò sulla maratona prima del 2025. Voglio allenarmi con costanza, senza avere fretta godendomi ogni allenamento e ogni gara’’.