Sfuma, per l'apneista cagliaritana Chiara Obino, la medaglia mondiale nel campionato di Kas, in Turchia. Nel tuffo con la monopinna, prima prova del campionato iridato outdoor, non è andata oltre l'ottavo posto. Colpa di un errore nella compensazione, che l'ha costretta a interrompere la discesa alla profondità di 93 metri, quindi lontana dalla quota di 103 dichiarati alla vigilia e che poteva valere il podio.

La vincitrice. Ad aggiudicarsi la medaglia d'oro, la slovena Artnik (-105) davanti alla francese Gillespie (-103) e alla ceca Konecna (-91). In coda alla classifica, l'altra italiana Alessia Zecchini.

Il tuffo della Obino era iniziato con la giusta dose di ottimismo e tranquillità. Poi, lo sbaglio nell'ultimo tratto della discesa che l'ha costretta a tornare in superficie e le ha negato la quarta medaglia mondiale della sua carriera, dopo l'oro e l'argento di Ischia (2016) e il bronzo di Roatan (2019).

Il rimpianto. "Ho pensato che l’unica cosa che avrei potuto sbagliare era la compensazione, a queste profondità chiunque può fare un errore che compromette la performance", la premonizione, accompagnata dal rimpianto, "indossare la medaglia d’argento al collo mi avrebbe ripagato degli sforzi sostenuto in questi anni".

Nuovo tentativo. Nelle acque turche, l'attende un altro tentativo, sabato mattina ma con le due pinne e una concorrenza serrata.

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