Roberto Ennas: “Difficile trovare oggi calciatori con l’umiltà di Zola”
L’ex attaccante della Torres, ormai un punto di riferimento per il calcio isolano, si racconta
Roberto Ennas con i colori del Lanteri Sassari (foto Argentino Tellini)
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Roberto Ennas, 61 anni, per diverse stagioni ha infiammato la platea calcistica sarda, nella Torres e nel Tempio. Era una seconda punta di grande valore, che amava il gol ( 104 tra i professionisti in quasi 400 partite), forte tecnicamente e utile nel raccordo col centrocampo. Fuoricampo un autentico gentiluomo, di grande personalità. Ancora un punto di riferimento importante per il calcio isolano. Attualmente allena l'under 18 del Lanteri Sassari.
Roberto Ennas non riesce a fare a meno del pallone?
“È stata la mia vita e ho voglia di trasmettere ai giovani le mie esperienze umane e calcistiche”.
Sono cambiate le nuove generazioni?
“Tantissimo. Ad essere sinceri non vedo più la passione di una volta. Per arrivare ci vogliono sacrifici. Cerco di inculcare questo concetto ai ragazzi. Ma è difficile. Ora vivono in un'altra dimensione”.
Difficile quindi trovare un ragazzo del carattere di Zola, suo ex compagno di squadra alla Torres?
“Quasi impossibile, Gianfranco era un ragazzo straordinario, ricco di umiltà. Come calciatore lo conosciamo tutti”.
È vero che fu proprio lei a imporre Zola a Bebo Leonardi?
“Ero il capitano. Zola il secondo anno alla Torres, dopo la promozione in C1, soffriva di pubalgia, che ne condizionava il rendimento. Leonardi, uomo sanguigno, un giovedì gli fece una sfuriata memorabile, troppo dura. Vidi Gianfranco scosso, non meritava quelle parole. A fine allenamento sono andato nello stanzino di Leonardi e abbiamo avuto uno scontro acceso. Gli dissi a muso duro che la squadra aveva bisogno di Zola. Leonardi mi diede retta. Era un tecnico preparato, burbero ma ragionevole”.
C'era più qualità nel calcio anni 80 e 90?
“Molta di più. Tra i miei compagni, sia nella Torres che nel Tempio, ma anche nelle altre squadre in cui ho militato, come Avezzano o Cattolica per esempio, c'erano calciatori di grande qualità. E in ogni squadra che incontravamo almeno due o tre elementi potevano fare la differenza. Non trovo questi valori nel calcio di oggi”.
Quali sono stati gli scontri calcistici che ricorda con maggiore piacere?
“Quelli tra Torres e Cagliari, che quasi sempre finivano in parità. A Sassari 15 mila spettatori all'Acquedotto, a Cagliari oltre 25 mila al Sant'Elia. Tutti scontri elettrizzanti”.
Il Tempio e la Torres nel frattempo cercano il riscatto
“Mi fa piacere. Il Tempio, primo in classifica, merita ben altre categorie che la Promozione. La Torres sta disputando un buon campionato in Serie D, ma si stanno creando le premesse per puntare in alto”.