Solo il Covid era riuscita a bloccarla. Ma la Coppa Santa Barbara di calcio, il più antico torneo sardo per categorie giovanili (gli Allievi) si scrolla di dosso quasi due anni di torpore dovuto alla pandemia e ritorna con tutto il suo fascino per l’edizione numero 58. Restano da limare alcuni dettagli: il via a fine mese.

Pesa il calo demografico. Un fascino - stavolta - abbastanza discreto perché minato da una serie di defezioni dovute al fatto che col passare degli anni e del calo demografico non è che abbondino i club - soltanto nove nel Sulcis Iglesiente - in grado di poter contare su giovani calciatori dell’età di 15-16 anni. Per contro, nelle altre categorie, i numeri paiono invece più confortanti: ad esempio dieci club che annoverano Giovanissimi (13-14 anni), i sedici con gli Esordienti (11-12) e altrettanti di Pulcini (9-10 anni).

Coppa storica. La Figc locale, guidata da Marco Fenu, vecchia gloria anche del Carbonia, ha così pensato di rimettere in gioco la coppa e ci è riuscito: «Le limitazioni Covid - ammette - ci hanno dato tregua: abbiamo voluto fortemente questa competizione che per storia e tradizioni ha ancora fascino». Non fosse altro perché è quasi coetanea della coppa dei Campioni e più anziana della coppa Uefa. Si giocherà sino a fine dicembre con finale prevista, come dal 1962 a oggi, il giorno di Santo Stefano nell’omonimo campo Santa Barbara di via Mazzini, in perenne attesa che il Comune indica il bando (i soldi ci sono) per la posa del manto di erba sintetica.

Il Carbonia a caccia della decima. Ai nastri di partenza Carbonia, Carloforte, Fermassenti di San Giovanni Suergiu, Antas di Iglesias, Monteponi, Villamassargia, Mineraria di Carbonia. Nell’albo d’oro intitolato al fondatore della competizione, Aldo Carboni, spiccano i nove titoli provinciali del Carbonia e i sei della Sguotti.

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