Nato a Cagliari, sessantacinquenne, e da dieci anni risiede a Selargius.  Pietro Pillosu ha iniziato a giocare all'oratorio di viale Fra Ignazio nel capoluogo sardo come tanti altri ragazzini. A sedici anni il grande salto nelle giovanili del Cagliari dove gioca fino alla Primavera e viene aggregato costantemente anche alla prima squadra. «Dal Cagliari sono passato al Quartu Sant’Elena, poi Carbonia e Tharros», dice Pillosu. «Sono stati gli anni in cui la mia carriera era all'apice visto che calcavo campi di serie C e D; col Carbonia e con Quartu ho vinto il campionato di categoria. Ricordi indimenticabili».

Prima di dedicarsi ai campionati amatoriali, Pillosu dà ancora spettacolo per quattro anni in Eccellenza con la maglia dell’Assemini, per tre anni con la Settimese fino ad assaporare addirittura il calcetto indossando la maglia del Cagliari calcio a 5. «Lo reputo uno dei migliori allenatori che abbia avuto il settore giovanile del Cagliari», sono le parole di Franco Sarritzu, uno dei più esperti dirigenti sardi.
Pillosu infatti, appesi gli scarpini al chiodo, decide di mettere a disposizione dei ragazzi che amano il pallone la sua esperienza e le sue capacita: «Ho iniziato nella scuola calcio della Settimese, che ho fondato assieme a Carlo Pilleri, poi esperienze con Cus Cagliari, Soleminis, Sardara ed infine la chiamata del Cagliari dove ho messo radici per venti anni».
Nel sodalizio rossoblù Pillosu ha allenato i Giovanissimi nazionali, gli allievi nazionali ,la Juniores e la Primavera (come secondo di Max Canzi). «Coi giovanissimi ho vinto lo scudetto, quella è stata la mia più grossa soddisfazione da allenatore. A questa società sono particolarmente legato visto che tra giocatore e allenatore delle giovanile ho trascorso venticinque anni». L’anno appena concluso ha visto l’esperto tecnico cagliaritano guidare gli Allievi élite della Futura Sales: «È stato un campionato abbastanza mediocre con le solite quattro o cinque squadre sopra la media. Bene l’Alghero che si sta difendendo con onore nelle fasi nazionali».
I giovani sognano il grande calcio e Pillosu di ragazzi di grandi speranze ne ha visto tanti: «L'aspetto più rilevante per me è quello tecnico e caratteriale. Chi vuole arrivare non deve mai smettere di sognare, non deve mai porsi limiti, bisogna lavorare sodo e ascoltare i consigli degli allenatori».
Da buon sardo Pillosu ha grande stima dei giocatori isolani che sono riusciti ad imporsi nel grande calcio: «Zola e Matteoli i più forti a livello internazionale, attualmente sono molto affezionato ad Andrea Carboni del Monza».
Chi lavora dietro le quinte è spesso il motore propulsore e l’artefice della formazione e crescita dei grandi allenatori: «Ricordo con grande stima e affetto Cenzo Soro che mi portò a Coverciano per il torneo NAGC, Gianfranco Matteoli nostro mentore al Cagliari e Mario Floris che è stato il mio primo allenatore ma anche quasi un padre».
Pillosu non ha nessuna intenzione di cullarsi sugli allori e non si pone limiti: «Ho di recente concluso a Coverciano il corso per diventare Responsabile Settore Giovanile e spero di poter ricoprire tale carica in qualche squadra».

© Riproduzione riservata