Olbia con le polveri bagnate: seconda partita consecutiva senza reti all’attivo
Sono sette le sconfitte per la squadra di Canzi
Giandonato calcia il corner dal quale scaturisce la traversa colpita da Brignani (foto concessa da Ilenia Giagnoni)
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Sette sconfitte per l’Olbia sono troppe. «È così, inutile girarci intorno», conferma anche l’allenatore Max Canzi nel post partita col Pescara, a segno ieri, in occasione della 12ª giornata di Serie C, 1-0, con gol realizzato all’84’ sugli sviluppi di un calcio d’angolo.
Un attacco “on-off”. «Sconfitte», dice ancora Canzi, «legate indubbiamente al numero di gol subiti». Ben 20, un numero che proietta la difesa dei galluresi sul podio delle peggiori del girone B alle spalle della Carrarese (prossima avversaria al “Nespoli”), dell’Aquila Montevarchi e del Pontedera, che condividono l’infelice primato con 21 reti. C’è però un altro dato che incide sulla mancanza di risultati dei bianchi, ed è la vena realizzativa “on-off”, al momento in modalità “off”. Sennò molte partite, a cominciare da quella di ieri, contro una formazione incapace di chiudere una sfida con la porta inviolata, potevano finire in pareggio, un risultato al quale i bianchi sembrano allergici, avendone portato a casa, finora, solo uno.
Sterilità offensiva. Quella dello stadio Adriatico “Cornacchia” rappresenta per l’Olbia la settima sconfitta in campionato e la seconda di fila, la quarta nelle ultime cinque giornate col solo successo sul Montevarchi nel mezzo, ma soprattutto la seconda partita di fila a secco di gol e la quarta nelle ultime cinque giornate. Anche contro Reggiana, Imolese e Modena, gare in cui ha subito complessivamente 7 gol, l’Olbia non è riuscita ad andare a segno, e il più delle volte per i pochi tiri indirizzati verso la porta avversaria. E questo a dispetto del valore dell’antagonista di turno.
Conclusioni non pervenute. Pure all’Adriatico “Cornacchia” i bianchi hanno concluso poco: si registrano il “tentativo” da fuori di Biancu e il colpo di testa di Brignani, che ha colpito la traversa sul corner battuto da Giandonato, nel primo tempo, e un altro colpo di testa di Brignani, terminato a lato, al 50’ della ripresa, più la discesa a rete di Demarcus prima del gol del Pescara. Un’avanzata sulla quale si è immolato il portiere di casa, col risultato che è dovuto uscire per infortunio, mentre a posteriori qualcuno, all’Olbia, recriminava sul mancato rigore con eventuale espulsione dell’estremo abruzzese.
Ottobre nefasto. Troppo poco per poter pensare di rimontare qualunque svantaggio. Perché se è vero che l’Olbia subisce troppo, lo è altrettanto che nel mese di ottobre, in sei partite, ha segnato appena 3 gol contro gli 8 incassati. L’assenza a Pescara di Udoh, il miglior marcatore dei galluresi con 4 centri, che sconterà domenica contro la Carrarese la seconda di due giornate di squalifica, non aiuta, ma gli altri non rendono per quanto dovrebbero.
Mancini, che tra le punte è quello che ha giocato meno, non può fare miracoli, così sono gli altri, Ragatzu e Biancu in primis, che devono fare di più.
Cercasi gol dai centrocampisti. All’appello mancano sicuramente le reti dei centrocampisti, ma che Ragatzu e Biancu non girino più come prima è sotto gli occhi di tutti: al tecnico Canzi spetta trovare la soluzione ai mali dell’Olbia, che non risiedono più, evidentemente, solo nella fase difensiva.