Il cinguettio del presidente dell’Olbia dopo lo schiaffone rimediato in casa dal Modena, a segno 3-0 nel match dell’11ª giornata di Serie C, richiama tutti all’ordine. “Non abbiamo fatto la gara che serviva contro un avversario come il Modena. Tutti, nessuno escluso, devono sentire la responsabilità per la sconfitta. Serve un’altra Olbia già da domenica prossima”, è il commento postato ieri, in tarda serata, da Alessandro Marino.

A Pescara senza Udoh. Premesso che al prossimo turno la squadra allenata da Max Canzi sarà di scena sul campo di un’altra big del calibro del Pescara, nella città natale del numero uno dei bianchi, dove, peraltro, ha già perso quest’anno 2-0 in Coppa Italia, l’Olbia vista ieri contro il Modena non basterebbe neppure a salvarsi.

Tra le cose che non vanno, oltre ai chiari e scuri dei singoli che dovrebbero trascinare il gruppo, su tutti Ragatzu e Biancu, c’è, ad esempio, l’incapacità di gestire la frustrazione, che ha spinto Udoh a commettere il fallo costatogli il rosso diretto dopo 25’, con la sua squadra sotto 1-0, e che altre volte ha fruttato ai galluresi facili e inutili cartellini. “Una stupidaggine che ha vanificato il lavoro di una settimana”, così Canzi ha definito il gesto del suo giocatore, un fallo di reazione su un avversario, a gioco fermo, che potrebbe procurare a Udoh un paio di giornate di squalifica. Ma tra gli episodi incriminati c’è anche il rigore sbagliato a ridosso dell’intervallo da Ragatzu, sul quale, si dica, grande merito ha il portiere avversario e che sullo 0-2 avrebbe potuto riaprire la sfida.

Tra recriminazione e voglia di riscatto. A bocce ferme ci si lamenta per un mancato penalty precedente per un mani in area del già ammonito Pergreffi sul tiro di Palesi, che oltre al rigore avrebbe fruttato l’espulsione del gialloblù ripristinando la parità numerica in campo, ma con i se e i ma non si fanno punti. In avvio di ripresa il 3-0 del Modena ha chiuso il discorso, con i bianchi preoccupati più di non subire «una carriola di gol», per usare le parole di Canzi, che di provare a recuperare una partita contro una squadra così forte, a maggior ragione con l’uomo in meno. “Eravamo piccoli e non siamo riusciti a trovare le soluzioni per sopperire a questa situazione”, è l’analisi finale dell’allenatore dell’Olbia, punita da un gol su azione e due su palla inattiva, tra cui il rigore del 2-0 della formazione dell’ex Cagliari Attilio Tesser causato dal fallo in area di Chierico ai danni di un attaccante avversario e trasformato dall’ex Ogunseye.

Troppi gol al passivo. “Abbiamo sbagliato tanto tecnicamente, anche per la loro bravura, ma noi gli abbiamo dato una mano, innanzitutto con l’espulsione di Udoh”, ha detto ancora Canzi. Intanto, le sconfitte salgono a 6 e le reti al passivo a 19. “Un numero impietoso” per l’allenatore che è sintomo di una fragilità che richiede una terapia d’urto alla vigilia di un trittico di gare con Pescara, Carrarese e Siena. Dice bene il presidente: per non uscirne con le ossa rotte, servirà un’altra Olbia.

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