Classe, facilità di corsa ed eleganza. Qualità che Luisa Marci ha dimostrato nell’atletica leggera e nella vita di tutti i giorni, protagonista di una stagione storica del movimento podistico isolano. Cagliaritana, 66 anni, ha mosso i primi passi nella gloriosa squadra del Cus Cagliari per poi difendere con successo i colori dell’Ucla e della Fiat Sud Formia con cui vinse per tre anni di fila la Coppa Europa per Club di cross insieme ad altri talenti limpidi del mezzofondo femminile quali Josè Dentoni, Cristina Tomasini, Alba Milani e Marina Loddo.

Gli albori. La storia di Luisa Marci è quella di una predestinata che diede sfoggio delle sue potenzialità già quando, nel settembre 1970 durante un intervallo di una partita di Coppa dei Campioni che vedeva impegnato il Cagliari dello Scudetto, siglò il record italiano Allieve sui 1000.

I successi. Da quel momento sono stati tanti gli istanti felici della sua carriera, che l’hanno vista partecipare al Cross delle Nazioni e stabilire personali di caratura quali 4’24’’ sui 1500m 9’32’’ sui 3000 e 2’09’’ negli 800. Al suo fianco ha avuto prima Pompilio Bargone, poi Aldo Medea e, infine, il marito Franco Marcello. La sinergia con Medea è stata fondamentale per la Marci che, negli anni in cui è stata seguita da Medea, ha ottenuto i suoi migliori risultati. “Aldo ha introdotto novità molto importanti nel mio percorso’’, racconta, “come la misurazione delle pulsazioni, la potenza aerobica e l’interval training, Ho avuto la fortuna di allenarmi con giovani di valore come Marina Loddo, Josè Dentoni, Piero Ligas e Renzo Madeddu, senza dimenticare ai tempi del Cus Edoardo Sanna e Pietro Pani’’.

Atleta e insegnante. Anni di gioie e sacrifici, sempre con il sorriso diventati poi carburante essenziale per la sua professione di insegnante di educazione fisica svolta per 42 anni. “Insegnare e fare sport sono due aspetti complementari della mia vita’’, conclude, “che mi hanno insegnato tanto e mi hanno permesso di crescere.  Nell’insegnamento, sportivo o scolastico, non bisogna mai bruciare le tappe ma puntare alla continuità di un ragazzo senza caricarlo di tensioni e coltivando sempre l’aspetto umano, la base per migliorare e ottenere risultati importanti’’.

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