Il pugilato a Porto Torres è sempre stata cosa seria, dal 1930 a oggi. Per tanti anni despota assoluto il grande Baciccia Martellini, maestro indimenticato, che ha seminato straordinari pugili di livello internazionale e tecnici di prim'ordine.

L’alfiere sardo. Federico Serra, 27 anni, è degno erede di questa nobile dinastia e alfiere sardo di uno sport meraviglioso e crudele, dove tecnica e forza devono mescolarsi a sacrificio e coraggio da leone. Il pugile turritano, che ora combatte nella categoria 51 kg, è nato con le stigmate del campione, ma ha iniziato a fare di boxe tardi, scoperto dal maestro Domenico Mura, ex pugile portotorrese di grande talento, che per i propri mezzi tecnici avrebbe potuto percorrere una splendida carriera.

Il suo maestro. Domenico Mura ha il grande merito di avere forgiato Federico Serra: ha creduto in lui e gli ha trasferito i rudimenti della boxe. Federico, il Selvaggio per gli amici, ha imparato in fretta, bruciando le tappe. Subito 2 titoli tricolori ai campionati di boxe Elite, nel 2014 e 2015, con conseguente chiamata in Nazionale, in cui è pianta stabile da anni."Devo tutto a Domenico Mura.- ammette Federico Serra -. Mi ha insegnato tanto, in sedute di allenamento durissime. Spesso senza palestra, ci siamo allenati anche all'aperto, presso la spiaggia di Balai o in pineta a Platamona. Ma è stato bellissimo ugualmente".

I successi. Per Federico sono poi arrivate le tante vittorie in Nazionale, la partecipazione ad Europei e Mondiali, in cui il pugile turritano ha sempre fatto una grande figura, talvolta eliminato a causa di verdetti contraddittori, come quello dei quarti di finale ai mondiali di Belgrado ( novembre 2021) contro il pugile americano Roscoe Hill, che poi conquisterà l'argento."Un verdetto che ancora mi brucia", sottolinea Federico Serra. Ma ora si deve guardare avanti.

I prossimi impegni e il sogno a cinque cerchi. A maggio in Armenia si terranno gli Europei Elite. "Tra qualche giorno mi recherò ad Assisi per il raduno collegiale della nazionale, per preparare l'impegno a dovere". Tra i preparatori l'ex campione mondiale dei Medi Sumbu Kalambay, che apprezza le doti tecniche e di grande tempista di Federico, il cui vero cruccio sono le Olimpiadi. "Sogno questo traguardo, il mio grande obiettivo è infatti partecipare a Parigi 2024 - precisa -. Voglio dare questa grande gioia a me stesso, a tutti gli sportivi sardi e alla mia città Porto Torres". L'ultimo pugile turritano a partecipare alle Olimpiadi è stato il grande Pino Mura, che a Città del Messico nel 1968 sfiorò la medaglia nei gallo, eliminato nei quarti da un pugile keniota, che vinse grazie ad un verdetto che tutta la stampa italiana dell'epoca definì scandaloso. Spetta ora a Federico riscattare quest'onta, che ancora pesa sul glorioso pugilato turritano. Ne ha i mezzi tecnici e le doti morali.

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