Mentre ex allenatori si accasano altrove, leggi Marco Gaburro, approdato sulla panchina del Desenzano, e i club sardi confermano i loro tecnici, come la neo promossa Ilva Maddalena, che si tiene stretta Carlo Cotroneo, o ne annunciano di nuovi, vedi il Latte Dolce, che ha deciso di puntare sull’ex difensore della Torres Gabriele Setti per la prossima stagione, in casa Olbia tutto tace.

Di più: di fronte all’immobilismo (o presunto tale) della proprietà svizzera e allo spettro del disastro, che si materializzerebbe qualora alla scadenza del 10 luglio Benno Räber e soci non riuscissero a pagare gli stipendi dei tesserati, in città in molti sperano nell’entrata in scena di Roberto Felleca, che si è proposto per gestire il prossimo campionato, dall’iscrizione alla Serie D al calciomercato, passando per l’organizzazione del ritiro precampionato e gli stipendi dei calciatori, lasciando alla SwissPro la patata bollente del debito da ripianare per evitare il fallimento dell’Olbia.

A quali condizioni, al momento, non è dato sapere, e non sarebbe la presidenza, incarnata da Guido Surace dopo le dimissioni di Alessandro Marino, artefice dell’ingresso di SwissPro all’Olbia al 70 per cento, il nocciolo della questione. A proposito di Surace, il numero uno dei galluresi tornerà in città la settimana prossima, ma la speranza è che dal club possano arrivare buone nuove (o almeno nuove) già in questa.

Il silenzio assordate in cui è piombata l’Olbia preoccupa, e non poco, i tifosi, che temono la mancata iscrizione al campionato e il fallimento, ma anche coloro che vorrebbero restare in maglia bianca, a partire dalle bandiere Daniele Ragatzu, che vanta proposte anche in Serie B, e Luca La Rosa. Intanto, l’erba del “Nespoli”, la cui altezza aveva raggiunto livelli record, è stata tosata. Ma la sensazione di totale abbandono e desolazione che regna intorno allo stadio dell’Olbia, quella diventa ogni giorno più forte.

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