Desogus: “Motivazione e studio costante le chiavi per correre forte”
Il giovane tecnico vuole diventare uno specialista della velocità, creando un team motivato e sempre pronto al confronto costruttivo
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Meticolosità, studio costante e applicazione. Senza dimenticare la curiosità necessaria per andare oltre i classici metodi: Daniele Desogus è uno dei tecnici più promettenti dell’atletica sarda, cresciuto al Cus Cagliari sotto l'attenta guida di Rita Demontis, capace di coniugare tradizione a novità, portando i suoi atleti a migliorarsi notevolmente. Laureato in Scienze Motorie a Cagliari con una Magistrale in Scienze e Tecniche dello sport al Foro Italico di Roma, in cui ha trovato una guida preziosa in Federico Losani, il ventisettenne di Villasor ha seguito la talentuosa sprinter Francesca Verdecchia, portandola a realizzare tempi di assoluto rispetto come 7’’76 sui 60, 12’’04 sui 100 e 25’’56 sui 200. ‘’Con Francesca’’, racconta, ‘’abbiamo lavorato molto sulla forza e sulla prevenzione agli infortuni, in più abbiamo introdotto lavori con traini pesanti da 60 kg e curato le andature elastiche. Lei veniva da una lunga esperienza con un ottimo tecnico dell’Amsicora, Andrea Pusceddu, quindi avevamo una buonissima base da cui ripartire’’.
Il cursus honorum di Desogus è di caratura: è stato dal 2019 al 2021 preparatore atletico della Nazionale femminile di Hockey, attualmente si occupa anche di calcio a 5 e di basket. ‘’Seguire gli sport di squadra’’, sottolinea, mi permette di vivere il fattore collettività. Lavorare in gruppo è molto stimolante, offre visioni d’insieme che permettono di crescere tanto’’. Tra i suoi punti di riferimento spicca Stefano Caneo, amico fraterno e preparato allenatore di sprinter con cui stanno dando vita a una sinergia che mira ad obiettivi ambiziosi.’’Vorremmo modernizzare il lavoro che viene applicato sui velocisti’’, racconta, ‘’dando risalto all’aspetto scientifico, ampliando anche l'attrezzatura e le tecnologie a nostra diposizione’’.
Nel 2022 seguirà Federico Aru, sprinter sassarese di buona leva con personali di 6’’99 sui 60, 10’’88 sui 100 e 22’’16 sui 200. ‘’Essere un allenatore significa avere pazienza e non bruciare le tappe’’, conclude. ‘’Allenare è un mix tra scienza e arte, non bisogna mai dimenticarsi che gli atleti sono persone’’. Progetti futuri? ‘’Diventare uno specialista della velocità, creando un team motivato e sempre pronto al confronto costruttivo’’.