I record non durano mai per sempre. La loro magia sta nell’essere incredibili nell’istante in cui vengono realizzati e al contempo sfuggenti. Quello di Davide Cadoni, il più forte ottocentista sardo di sempre, è durato ben trentuno anni: infatti, il 17 settembre del 1991 a Cagliari, siglò con un eccellente 1’46’’91 nel doppio giro di pista il record italiano Juniores recentemente battuto, l’11 giugno 2022, dal lombardo Francesco Pernici che ha siglato la prestazione di 1’46’’87. Quattro centesimi meglio rispetto a Cadoni. Quattro centesimi che segnano l’inizio di una nuova era.

Da quel primato tanto è mutato, nell’atletica come nella quotidianità. Ma la sportività e l’umiltà di Cadoni sono rimaste le stesse. Fisico possente, sguardo concentrato come stesse per affrontare la prima curva dei suoi 800, taglio di capelli corto e parole pronunciate con cognizione di causa e raziocinio. “Perché mai dovrei essere dispiaciuto per il record di Pernici?’’, esclama mentre sorseggia un caffè  in un bar nei pressi del Santuario di Bonaria a Cagliari. “Era ora che qualcuno facesse meglio di ciò che ho ottenuto io. Proprio l’anno scorso, in occasione dei trent’anni dal record, ho pensato che era giunta l’ora di fare meglio’’. Ora che, poco dopo, è inevitabilmente arrivata senza lasciare però né amarezza né tanto meno rammarico. “Ho chiesto subito il numero di Pernici ad Andrea Cabboi, responsabile del settore tecnico del mezzofondo sardo, e gli ho mandato un messaggio di congratulazioni. Lui mi ha risposto subito, abbiamo fatto una breve chiacchierata, è un ragazzo in gamba. Il suo record è la dimostrazione che l’avvento di Stefano Mei alla presidenza della Fidal sta dando risultati importanti’’.

Risultati che Cadoni, nel suo percorso agonistico, ha inanellato con una costanza invidiabile: titoli italiani giovanili e Assoluti, partecipazioni ai campionati europei e mondiali, oltre che a manifestazioni quali il Golden Gala, tempi come 1’45’’24 sugli 800 e 3’41’’66 sui 1500 che parlano da sé. Tempi realizzati in un’epoca oramai passata, dove la quotidianità era scandita da 13 allenamenti alla settimana seguito dal suo mentore Nardino Degortes con cui ha trascorso tutta la sua carriera, dopo essere stato introdotto nell’atletica da Mariano Scano pioniere della corsa a Samassi,  paese natale di Cadoni. “L’atletica mi ha insegnato tantissimo, tutt’ora corro  tre volte alla settimana’’, conclude. “Mi ha trasmesso la cultura del lavoro, permettendomi di credere in me stesso e tenere duro, guardando avanti senza mai perdermi d’animo. Lo sport aiuta a crescere come uomo e questa è una delle lezioni più significative di cui si possa beneficiare’’.

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