L’acqua è sempre stata il suo rifugio, che fosse quella di una vasca oppure quella marina. Carla De Gioannis è tra i volti più iconici del nuoto sardo, capace di distinguersi a livello internazionale come dimostra la sua vittoria sui 50 rana ai campionati mondiali Master di Budapest del 2017. La ciliegina sulla torta di un percorso cominciato a sei anni alla Rari Nantes Cagliari, che suo nonno Efisio ha rimesso in piedi dopo la Seconda guerra mondiale, squadra per cui ancora gareggia.

“La passione per il nuoto mi è stata trasmessa da mio nonno Efisio e da mio papà Roberto’’, racconta. “Nuotare ha sempre fatto parte della nostra vita’’. Nel periodo agonistico, il suo risultato principale è stato il bronzo ai Tricolori Juniores sui 100 rana. “Poco dopo però decisi di smettere’’, aggiunge. “Il nuoto era molto diverso da ora, l’aspetto umano veniva messo in secondo piano. Ci si specializzava troppo presto e si prediligeva la quantità alla qualità. Adesso, fortunatamente, tutto è cambiato e le conoscenze tecniche sono maggiori’’.

Per un lungo periodo rimane senza nuotare, per poi riprendere a 30 anni con l’obiettivo di tornare in forma. “Da quel momento non ho più smesso, riprendendoci gusto e sperimentando nuove competizioni come le gare in acque libere’’. Proprio in acque libere, l’allieva di Massimiliano Pusceddu, ha colto l’argento tra le M55 sui 3 km a Piombino e nella staffetta. “Attualmente mi alleno 4 volte alla settimana, in un gruppo molto vasto e affiatato’’, conclude. “Mi piace variare tra la vasca e le acque libere, sono due contesti molto diversi ma ugualmente stimolanti. Il nuoto è terapeutico, ti scarica consentendoti di mettere da parte i problemi’’.

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