Un ottocentista che si rispetti ha dalla sua velocità di base, intuito e, soprattutto, scaltrezza. Qualità che a un atleta come Ithocor Meloni non mancano di certo e che gli hanno consentito ieri di imporsi sul doppio giro di pista in occasione della prima edizione del ‘’Milano Sprint Gala’’. Il portacolori della Pro Sesto, sangavinese seguito dal tecnico Adolfo Rotta, si è imposto autorevolmente con il crono di 1’52’’29 precedendo al termine di una gara tattica Filippo Girardi del Cus Pisa secondo in 1’52’’60 e Matteo Roda, anche lui come Meloni della Pro Sesto, terzo in 1’52’’99. Una vittoria che dà morale, alla seconda uscita sulla distanza della stagione all’aperto dopo l'intervento di metà febbraio al menisco destro, in vista dei prossimi appuntamenti dove l'obiettivo è ben chiaro: scendere sotto il muro dell’uno e cinquanta ritagliandosi un ruolo da protagonista a livello nazionale.

Meloni che giudizio dà della sua gara di ieri a Milano?

«Sicuramente positivo, la gara è stata lenta con un passaggio ai 400 poco sotto i 56 secondi. Non c'erano i presupposti per fare il personale con un ritmo così però mi sono divertito, ho gestito bene le energie e sono riuscito a concludere in progressione con una buona volata».

Il 17 maggio ha corso un altro ottocento a Rodengo Saiano in 1’52’’69. Quale tra le due gare ha preferito?

«La gara di ieri proprio per come ho corso, non tanto per il tempo che pressoché è speculare. Sono riuscito a correre in progressione, senza scompormi, gestendo bene una prova tattica che riserva sempre insidie».

La sua stagione all’aperto ha già fatto registrare il personale sui 400 il 13 maggio a Saronno con il tempo di 50’’62.

«Sì, sono contento del personale anche perché i 400 sono una gara che mi piace parecchio e che si rivela fondamentale in vista degli ottocento».

Facciamo un passo indietro. È soddisfatto della sua stagione al coperto?

Sì, assolutamente seppur sia stata molto breve. Ho realizzato il mio personale sui 1000 in 2’25’’85 e sui 1500 in 4’01’’04, mentre ai Tricolori Promesse sugli 800 ho colto il sesto posto con il tempo di 1’53’’87 abbastanza vicino al podio».

Cosa le è mancato per ottenere il bronzo in quell’occasione?

«Bisogna fare presente prima di tutto, che è stata una gara molto nervosa, ai campionati italiani si verificano scenari simili dato che si corre per la vittoria. Probabilmente, mi è mancata un po’ di sicurezza in me stesso in più che mi avrebbe consentito di partire in maniera maggiormente decisa».

In quanto si è ripreso dall'operazione al menisco destro?

«Sono stato operato a metà febbraio, è stato un intervento fondamentale perché stavo convivendo con questo problema da parecchio tempo ormai e non riuscivo ad esprimermi al meglio, la mia azione di corsa era bloccata. Ho ripreso con molta gradualità ad allenarmi a metà marzo, chiaramente abbiamo posticipato anche l'esordio all’aperto in modo da non caricare eccessivamente. Sarebbe stato inutile, il recupero è essenziale».

Quali saranno gli obiettivi principali della sua stagione?

«Sicuramente i Tricolori Under 23 e i Tricolori Universitari dove cercherò di arrivare il più avanti possibile. Non mancheranno atleti di valore quindi ci sarà l’opportunità per correre forte».

Nell’Isola quando gareggerà nuovamente?

«A breve, per l'esattezza il 7 giugno a Cagliari in occasione di ‘’Ateneika’’. Farò sempre gli 800, non mi pongo obiettivi particolari ma mi auguro venga fuori una gara tirata poi sarà il cronometro a dare il responso come sempre».

Oltre agli 800 quest’anno si concentrerà anche sui 1500?

«Sì, l’obiettivo è migliorarsi anche sui 1500 ma il focus su questa distanza sarà nella seconda parte di stagione. Adesso, mi concentro sul doppio giro di pista».

Ha introdotto novità nei suoi allenamenti?

«Abbiamo fatto qualche modifica: ho aumentato, ad esempio, le sedute di potenziamento e ci stiamo concentrando maggiormente sulla tecnica. Inoltre, abbiamo introdotto qualche doppia seduta di corsa, aumentando i volumi di lavoro e con pazienza sono certo che raccoglieremo i frutti di ciò».

Recentemente si è laureato in Scienze Motorie.

«Esattamente, ho conseguito la laurea triennale in Scienze Motorie alla Cattolica di Milano. È stato un momento molto intenso e di grandissima emozione».

Adesso su cosa si concentrerà?

«Sto frequentando la Magistrale in Scienze delle Attività Motorie Preventive e Adattate, un percorso di studi che mi stimola tantissimo. Inoltre sto già cominciando ad allenare alcuni atleti, aspetto questo su cui mi concentrerò maggiormente andando avanti negli anni».

Cosa l’affascina del ruolo del tecnico?

«Il fatto che offra sempre nuovi stimoli e spunti di riflessione. Per me, allenare non significa solamente fare sì che un atleta ottenga ottimi risultati ma, principalmente, trasmettere la mia passione alle persone con cui mi interfaccio. La passione è alla base di tutto: questo è un aspetto che non bisognerebbe mai dimenticare».

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