Aveva messo in vendita all'asta una scultura contraffatta dell'artista Fausto Melotti, ma non sapeva che fosse un falso.

Per questo il Tribunale di Milano ha assolto Johnny Dorelli dall'accusa di aver violato il Codice dei beni culturali: «Il fatto non costituisce reato».

Non solo, gli ha anche restituito l’opera, provvedimento contro cui ricorre la Procura di Milano, insistendo in Appello in particolare per la confisca della scultura. Si tratta di "Tre tempi”, archiviata dagli anni 70 dalla Galleria Marlborough come realizzata dall'artista trentino morto nel 1986.

Come ricostruisce il Corriere della Sera, tra il 2017 e il 2018 Dorelli la portò da Christie's a Milano che contattò la Fondazione di riferimento dell'artista che disconobbe l'opera per una anomalia nella punzonatura di firma dell'artista. Sulla base del catalogo risultava provenire dalla Galleria San Luca di Bologna (che non esiste più) e dove Gloria Guida (moglie di Dorelli) testimoniò di averla comprata negli anni '80.

A sua volta Dorelli, oggi 86enne, nell'interrogatorio ha spiegato di «non essere conoscitore delle tecniche dell'artista» e ha aggiunto che la scultura era stata fatta restaurare a uno specialista che in aula ha confermato di non essersi accorto della falsità dell'opera.

Per il giudice «non può dirsi raggiunta la prova incontrovertibile dell'elemento psicologico», cioè del dolo ma il ricorso della Procura contesta alla sentenza di non avere disposto «la confisca obbligatoria per impedire la circolazione di opere d'arte contraffatte ma vendute come autentiche, che avrebbe come conseguenza anche il grave pregiudizio al mercato delle opere d'arte che già di per sé presenta problematiche di tracciabilità».

(Unioneonline/D)

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