Ted Sarandos: «Netflix non è in competizione con gli altri. Emilia Pérez? Merita di più»
Le riflessioni del Ceo della celebre piattaforma, tra HBO, Apple Tv e il futuro di Stranger ThingsPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Stimato da alcuni, bistrattato da altri, il boss di Netflix Ted Sarandos è stato tra i principali artefici dei cambi strutturali che hanno travolto il mondo dell’audiovisivo; mettendo in discussione lo strapotere del colosso hollywoodiano con un servizio per i consumatori che - per la prima volta - ha mandato in crisi l’intera industria cinematografica e ha prodotto un effetto paragonabile a quello riscontrato in altri settori come quello tecnologico e videoludico.
Puntando sull’azzardo di strategie rivoluzionarie e dalla forte competitività, Netflix è passata in poco più di di venticinque anni - da quando è stata fondata nel 97 come start up per il noleggio via posta di DVD - a diventare leader nella fruizione di contenuti televisivi; con una capitalizzazione di mercato pari a 410 miliardi di dollari e 300 milioni di abbonati, oltre ad aver ispirato altre compagnie ad imboccare la stessa strada.
Pur con l’ampliamento dell’offerta da parte delle nuove piattaforme, e anche considerando la discontinuità nelle iscrizioni da parte dell’utenza, Netflix mantiene una posizione salda all’interno del settore. In un’intervista concessa a Variety, Sarandos ha espresso alcune considerazioni sulle manovre commerciali delle altre società. Sulle scelte di Amazon Prime Video, ha affermato in particolare: “Sono solo un osservatore. Lo sport per loro è stato molto efficace, ma non so se questa sia la loro intera strategia”. E sul fatto di percepire le altre piattaforme come delle effettive concorrenti, ha aggiunto: “No. È difficile per me dirlo. Non so quali siano i loro piani a lungo termine. Hanno trasmesso in streaming esattamente da quando lo abbiamo fatto noi. Producono contenuti originali esattamente da quando lo facciamo noi”.
Sul conto di Apple TV, la riflessione è continuata in questo modo: “Non riesco a capire se si tratti interamente di un'operazione di marketing, ma sono persone molto intelligenti. Forse vedono qualcosa che noi non vediamo”. E sulla situazione attuale del servizio HBO, ha detto: “È stata una sorpresa! Guardavamo sempre quello che faceva la HBO, e a un certo punto avevano HBO, HBO Go, HBO Now e HBO Max. E ho detto: quando faranno sul serio, tutti questi nomi spariranno e ci sarà solo HBO. Non avrei mai immaginato che la HBO sarebbe sparita. Hanno concentrato tutti gli sforzi su una cosa che possa dire al consumatore: deve essere HBO”.
Ma la discussione non ha riguardato solo gli interessi di mercato e le mosse delle società rivali. Un altro argomento che ha attirato l’attenzione è stata la delusione per la mancata vittoria agli Oscar di “Emilia Pérez”, attribuita da alcuni allo scandalo che ha travolto Karla Sofia Gascón dopo la scoperta di alcuni tweet razzisti compromettenti. Sarandos, tuttavia, non attribuisce la colpa di quanto accaduto al comportamento inopportuno dell’attrice o a un presunto odio dell’Academy per Netflix, ma ritiene che l’ingrediente essenziale per far vincere un film a un festival sia sempre e solo quello di realizzare qualcosa che la gente ami: “È difficile per me dire che l'Academy ce l'abbia con Netflix quando siamo stati lo studio con più nomination negli ultimi tre anni. A regola nomini i film che rispetti e ammiri e voti per il miglior film per il film che ami. Dobbiamo fare un film che la gente ami”.
Alla domanda se l’Oscar per il miglior film non sia stato vinto a causa dei commenti incriminanti della Gascon, ha risposto: “Odio questa domanda, perché crea tutti questi e se... Era il favorito, ma non è mai stato scontato che Emilia Pérez, con tutta la sua innovazione e le sue emozioni, avrebbe vinto il premio come miglior film. È stato un film grandioso, una campagna grandiosa e sono deluso per tutti quei e se che ci hanno lanciato addosso. Non possiamo controllare i talent. Ciò che controlliamo di solito sono principalmente i titoli. Le cose sui social media di qualcuno hanno creato titoli in precedenza? D'altra parte, non sono su Twitter, quindi non entrerò e guarderò il Twitter di qualcun altro”.
Parlando invece delle novità in arrivo, il CEO ha condiviso qualche anticipazione su “Stranger Things 5”, ammettendo di conoscere già il finale e preparando gli spettatori a un’ondata di commozione come mai accaduto prima: “L'ultima stagione di Stranger Things è un viaggio emozionante. Non ci sarà un occhio asciutto. So come finisce. Penso che Stranger Things sia un grande universo. Lo vedete nelle trasposizioni romanzate della storia e dei personaggi, lo vedete nei prodotti del marketing, lo vedete nello spettacolo teatrale, un prequel di Stranger Things che sta riscuotendo un enorme successo nel West End ora e che debutterà a Broadway tra qualche mese”.